La Nuova Sardegna

Sassari

Industria, bonifiche ferme al palo trenta operai rischiano il posto

di Gavino Masia
Industria, bonifiche ferme al palo trenta operai rischiano il posto

I dipendenti di una ditta edile dell’indotto sono in agitazione da una settimana nell’ex petrolchimico Domani i sindacati incontrano i lavoratori delle aziende esterne. La Cgil: «Imprese locali penalizzate»

19 febbraio 2017
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SASSARI. Trenta lavoratori edili dell’indotto rischiano il posto di lavoro nell’ex petrolchimico con il progetto della chimica verde ancora fermo al palo e gli interventi di bonifica della collina dei veleni di Minciaredda preda degli ingranaggi burocratici. Da circa una settimana hanno cominciato con molta discrezione lo stato di agitazione per la difesa dell’occupazione - attraverso la distribuzione di volantini ai cancelli della portineria - ma questo sicuramente non basta se la politica non si schiera al fianco di chi chiede solo il rispetto degli accordi firmati anni fa da governo e parti sociali. «La chimica verde che avrebbe dovuto rilanciare i destini di una provincia e di una regione al collasso socio-economico - attacca il segretario generale della Cgil-Fillea di Sassari Tore Frulio - è rimasta sostanzialmente al palo: nel contempo si disattendono gli accordi che avrebbero dovuto garantire almeno una minima continuità occupazionale ai lavoratori impiegati nelle manutenzioni di un colosso di ferro e cemento e dai piedi d’argilla». C’è poi il progetto “Nuraghe” fermo sulla carta dal 13 dicembre 2014, data di presentazione al ministero dell’Ambiente, e ancora arenato in attesa delle necessarie autorizzazioni. «Eppure era stato dato per acquisito nella presentazione fatta da Syndial il 10 ottobre scorso - aggiunge Frulio -, dove l’azienda rese noto che era pronta a far partire i lavori che avrebbero impiegato circa 250 operai: da allora sono passati ulteriori 130 giorni senza che nulla sia accaduto e a questa situazione vergognosa, fatta di impegni traditi e illusioni, si aggiunge anche il problema mai risolto degli appalti». La Cgil denuncia che le poche imprese del territorio vengono mandate via a favore di altre che arrivano da altre regioni, portandosi dietro pure il loro personale. A questo proposito lunedì è previsto un incontro dei lavoratori edili delle aziende dell’indotto con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e martedì sarà invece il turno della nuova ditta che ha vinto l’appalto delle manutenzioni (una Ati di Matera) ad incontrare i sindacalisti delle tre sigle. «Mentre la politica tace sulle vere questioni irrisolte del Paese, della regione e della provincia - accusa il segretario Cgil-Fillea -, impegnata a contendersi il controllo del potere, anche le amministrazioni locali non si occupano più delle tematiche relative alla crisi e allo sviluppo: nessuno riesce o vuole veramente affrontare il dramma del declino industriale che ha prodotto e continua a produrre povertà in tutto il territorio». Il sindacato si rende conto che senza lottare strenuamente tutti assieme non vi sarà alcuna possibilità di migliorare le cose. «Magari provando a coinvolgere i lavoratori già espulsi dal ciclo produttivo e i disoccupati di una città disperata, privata persino della speranza».

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