La Nuova Sardegna

Sassari

Chiesa di Santa Lucia a maggio partono i lavori di restauro

di Barbara Mastino

Disponibili oltre 200mila euro di fondi Cei e della Provincia L’edificio ottocentesco è stato danneggiato dall’umidità

01 marzo 2017
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OZIERI. Grazie a fondi della Cei e della Provincia di Sassari sarà finalmente restaurata la chiesa di Santa Lucia, gioiello incastonato nel centro storico di Ozieri che da tanti anni attende un intervento di ristrutturazione ormai non più rinviabile.

I lavori, basati sul progetto di restauro predisposto dall’architetto esperto nel settore Michele Calaresu, che avrà anche il compito della direzione dei lavori, sono già stati appaltati e il loro inizio è previsto per i primi giorni di maggio.

«L’intervento – spiega l'assessore ai Lavori Pubblici e vice sindaco Uccio Farina – riguarderà lo smantellamento delle vecchie tegole per consentire il rifacimento dell’impermeabilizzazione del tetto e la riparazione delle grondaie, il restauro degli intonaci interni ed esterni aggrediti dall’umidità, l’installazione di apparecchiature, come un invertitore di polarità, che serviranno appunto per preservare la struttura per molti anni dalle intemperie che negli ultimi tempi l’hanno pesantemente danneggiata. Inoltre – aggiunge l'assessore Farina – sarà effettuato il restauro dei cornicioni e degli elementi di tufo delle facciate».

Progettata in stile neoclassico dall’ingegnere Carlo Martinetto, la chiesa parrocchiale di Santa Lucia fu realizzata tra il 1887 e il 1890 dall'impresa Giuseppe Tanda, che si avvalse del lavoro dei muratori ozieresi Antonio Michele Fantasia e i suoi cugini Pasquale e Giovanni Andrea Sanguinetti. I lavori del campanile, terminati dieci anni dopo, furono appaltati direttamente al muratore Antonio Michele Fantasia. Nomi che evocano la storia, ma anche il presente della città: artigiani famosi che ancora oggi sono tra i protagonisti del settore edile locale.

A finanziare i lavori fu la nobildonna Maria Lucia Sequi Demontis, con la supervisione del vescovo Serafino Corrias: altri due nomi noti che fanno parte dell’anima di Ozieri. Questo pezzo importante della storia ora recupererà una parte del suo splendore perduto, grazie a fondi per il restauro che provengono, come accennato, da un cofinanziamento tra Provincia e Conferenza Episcopale Italiana tramite i contributi dell’8x1000. Di questi, 120mila precisamente provengono dalla Provincia e altri 100mila dalla Cei.

L’appalto è stato aggiudicato con un ribasso del 32 per cento, ovvero per una spesa che si aggirerà intorno ai 160 mila euro, pertanto con il residuo del ribasso d'appalto (pari quindi a poco meno di 60 mila euro) si potranno anche restaurare gli affreschi delle volte, anch’essi pesantemente danneggiati negli ultimi anni dall'umidità.

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