La Nuova Sardegna

Sassari

Nessuno sta smantellando i gruppi 1 e 2

di Vincenzo Garofalo
Nessuno sta smantellando i gruppi 1 e 2

La relazione del dirigente provinciale in commissione Ambiente: «Abbiamo controllato e gli impianti sono ancora integri»

01 marzo 2017
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SASSARI. «Qualche vecchia mattonella e alcune batterie usate». Sono i rifiuti prodotti dalla società Ave Sberné Suroviny as in quattro mesi di presunte demolizioni dei vecchi gruppi 1 e 2 a olio combustibile all’interno della centrale termoelettrica di Fiume Santo.

Una produzione di rifiuti che conferma le denunce fatte dai sindacati nelle ultime settimane: «L’attività di decommissioning dei due gruppi inattivi nella centrale di Fiume Santo non è ancora iniziata».

A sostenerlo davanti alla sesta commissione consiliare di Palazzo Ducale, presieduta da Valeria Fadda, è Antonio Zara, dirigente del Settore Ambiente della Provincia di Sassari, ossia della struttura deputata al controllo sulla produzione e gestione dei rifiuti.

Secondo la relazione letta in sala commissioni dal dirigente provinciale, la Eph Holding, società della Repubblica ceca proprietaria della centrale termoelettrica del nord ovest Sardegna, ha affidato lo smantellamento dei gruppi a olio combustibile 1 e 2, non più attivi, alla Ave Sberné Suroviny as. Questa il 20 ottobre 2016 ha attivato il cantiere di demolizione e iniziato a produrre rifiuti.

E con la produzione di rifiuti è iniziata l'attività di controllo della Provincia: «Per la natura del cantiere e per la qualità e quantità di rifiuti che saranno prodotti, nonché per la rilevanza ambientale legata alla demolizione in programma, per prevenire qualunque tipo di criticità, l'Ufficio controlli del servizio pianificazione e gestione dei rifiuti effettuerà il massimo numero di verifica della correttezza delle operazioni e del rispetto delle norme», spiega Zara.

Finora sono state fatte due verifiche all'interno del cantiere, a Fiume Santo, e il dirigente della Provincia ha potuto verificare l'esistenza di un capannone adibito a deposito temporaneo dei rifiuti.

«Al momento del sopralluogo nel deposito era presente una modesta quantità di rifiuti, separata correttamente in rifiuti pericolosi e non», continua il dirigente.

È stato accertato che sono state portate via dal cantiere, per lo smaltimento, 250 tonnellate di rifiuti: 206 tonnellate di scarti non pericolosi e 45 di scorie classificate come pericolose.

«Siamo a conoscenza che una parte dei rifiuti conferiti è stata spedita all'estero con le modalità previste per i rifiuti rientranti nella "lista verde" così come definito dai regolamenti comunitari», spiega ancora Zara alla Commissione di Palazzo Ducale, «ma la certezza dei quantitativi effettivamente trasportati all'estero si potrà avere solo quando la società Ave sarà entrata in possesso della documentazione di accettazione del destinatario, cioè entro centottanta giorni dal momento della spedizione».

In base ai poteri attualmente in capo alla Provincia, i controlli sulla gestione dei rifiuti sono monchi: il settore Ambiente può verificare solo la documentazione relativa alla produzione e movimentazione dei rifiuti, ma non può controllare i rifiuti effettivamente contenuti nei camion che svolgono il trasporto all'esterno del cantiere.

«Abbiamo chiesto al ministero dell'Ambiente di essere autorizzati al controllo anche del materiale trasportato sui mezzi, e la possibilità di obbligare la società Ave a comunicarci in anticipo date e modalità della movimentazione dei rifiuti all'esterno del cantiere», precisa Zara, «in questo modo potremo attuare dei controlli molto più incisivi sulla gestione dei rifiuti».

E conclude: «Per quanto riguarda invece il rispetto del cronoprogramma di smantellamento dei due gruppi, non possiamo avere nessun potere di controllo. Possiamo solo segnalare al ministero che le operazioni sono ferme».

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