La Nuova Sardegna

Sassari

Energia dalle onde, Argentiera in rivolta

di Giovanni Bua
Energia dalle onde, Argentiera in rivolta

I residenti della borgata presentano una maxi osservazione sul progetto per la creazione di una “fattoria” in mezzo al mare

03 marzo 2017
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SASSARI. Una maxi osservazione, protocollata ieri sera nella Capitaneria di porto di Porto Torres dal consigliere comunale di “Sassari è” Enrico Sini, portavoce dei residenti e degli imprenditori delle borgate della sua Palmadula, dell’Argentiera, di La Corte, La Pedraia e Biancareddu. Che potrebbe rappresentare il primo serio ostacolo sul cammino della «wave farm», la fattoria delle onde che la ditta bresciana Ten Project vorrebbe piantare un chilometro e mezzo al largo della costa dell’Argentiera. Progetto che sta seguendo il suo complesso quanto sonnacchioso iter, depositato negli uffici della capitaneria di Porto Torres, ma che da ieri dovrà fare i conti con la prima serie di osservazioni.

L’osservazione. Osservazioni puntuali, alle quali a quanto pare seguiranno a stretto giro di posta quelle delle cooperative dei pescatori, e poi del M5S, col consigliere comunale Maurilio Murru che è stato tra i primi ad accendere un riflettore sul progetto di “energia blu” al largo del borgo minerario.

La fattoria, Un’installazione che occuperebbe, con pontili galleggianti, un’area di 5 ettari di mare tra Porto Palmas e l’Argentiera, e che la ditta di San Giorgio del Sannio assicura sia a minimo impatto paesaggistico e addirittura nullo rischio ambientale. Analisi che non convince i residenti e gli imprenditori delle Borgate, che entrano nel merito della relazione tecnica depositata per iniziare l’iter autorizzativo.

Impatto ambientale. «Sull'impatto ambientale – sottolinea il documento presentato da Sini – non è stato fatto nessuno studio su flora, fauna e ambiente marino, ritenuti trascurabili. A noi risulta che nel tratto di mare che sarebbe occupato dalla wave farm ci siano grandi distese di Posidonia Oceanica e non canaloni di sabbia, come affermato dalla società, che arrivano fino nel punto previsto per lo sbarco del cavo a terra».

Impatto visivo. Altra criticità e l’impatto visivo. I moduli, secondo quanto assicura la Ten Project, che ha fatto installazioni simili anche in luoghi di grande pregio turistico come Pantelleria, non sono assolutamente impattanti. E, secondo le simulazioni, non sarebbero visibili dalla spiaggia dell’Argentiera, per la copertura di un promontorio roccioso, e solo parzialmente visibili da Porto Palmas e dall’affaccio al mare all’ingresso del borgo minerario. «La società però – attacca Sini ha preso dei punti di vista quasi a livello del mare o da punti di osservazione non panoramici. Credo che uno studio completo di impatto visivo, debba essere fatto prendendo anche punti di vista più panoramici magari dai sentieri costieri che caratterizzano la nostra costa. Altra carenza grave poi è la mancanza totale, nello studio di impatto visivo, di punti di vista presi dal mare verso la costa».
Pesca. «L'impianto – continua l’osservazione – si trova in un tratto di mare solcato da molte imbarcazioni da diporto e da pesca che navigano sulla rotta Stintino - Alghero. Inoltre e da non sottovalutare anche la distanza dai porti più vicini di Alghero e Porto Torres da cui dovrebbero partire eventuali mezzi di intervento in caso di incidenti o danni alle strutture dell'impianto medesimo».

Vincoli. Numerosi i vincoli che riguardano l'area dell'Argentiera, «Interessata – sottolinea Sini – dal Parco Geominerario, citata nel Ppr e individuata come centro matrice con importanti vincoli di tutela. Come d’altronde tutta la fascia costiera che va da Porto Ferro-Argentiera-Stintino tutelata per il notevole interesse pubblico - paesaggistico e per il caratteristico valore estetico».

Pul. Infine la pianificazione urbanistica del Comune di Sassari, «A novembre 2014 – chiude Sini – è stato approvato il nuovo Puc, che tra Argentiera e Porto Palmas ha previsto uno sviluppo turistico ricettivo compatibile. Poi il Pul, in fase di approvazione, che finalmente vede la fascia costiera come opportunità produttiva creando sicuramente occasioni occupazionali».

Energia. Insomma, il progetto green «potrebbe compromettere il futuro sviluppo turistico, ecosostenibile, del territorio. E diventare una servitù davvero non necessaria, visto l’importante prezzo che già il Sassarese paga nella produzione di energia (Fiume Santo) senza che per gli abitanti ci sia nessun vantaggio».

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