La Nuova Sardegna

All’ingresso del quartiere in via Bellini da via Pascoli, appena attraversata la ferrovia, colpiscono sfavorevolmente l’occhio. Sono l’ex Scuola Agraria, quella che un tempo era la scuola di avviamento e la vecchia cantoniera. Due monumenti al degrado il cui eventuale recupero sembra però ben lontano dal poter essere realizzato. L’ex Scuola Agraria, sulla cui facciata rosso stinto campeggia ancora la scritta, è ormai un rudere. Il tetto è crollato e lo scheletro testimonia con difficoltà quello che doveva essere nel passato. Le scritte dei graffitari contribuiscono a dargli un aspetto ancora più fatiscente, se possibile. L’edificio è vincolato e questo è uno degli ostacoli al suo ripristino, oltre alla necessità di fondi per il restauro, anche questa una voce determinante. L’istituto Nicolò Pellegrini aveva proposto, sempre sotto la guida di Rosanna Arru, di spostare nella struttura i laboratori e il punto vendita. La scuola, infatti, nella sua azienda di 27 ettari, che si estende fino a Santa Maria di Pisa, produce piante da mettere a dimora. Punto vendita che è invece collocato all’interno del caseggiato scolastico mentre lo spostamento all’esterno, secondo la proposta allora avanzata, avvantaggerebbe la clientela. Sull’ex cantoniera il discorso è diverso. La palazzina è di proprietà, a quanto se ne sa, della Provincia. Ma concorre insieme con il caseggiato dell’ex Scuola Agraria a offrire un pessimo biglietto da visita per chi arriva a Latte Dolce. Dando l’impressione di un’incuria a cui nessuno vuole o può mettere rimedio. Eppure entrambe le strutture, riqualificate, potrebbero servire al quartiere.