La Nuova Sardegna

Sassari

Il giudice di pace trasloca in via Budapest

di Nadia Cossu

Uffici trasferiti nella sede della corte d’appello. Il presidente Brianda: risparmio enorme per i cittadini

22 marzo 2017
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SASSARI. Quattrocentomila euro di canone di locazione più altri centomila di spese di gestione relative al pagamento di servizi e alla manutenzione. Costi che lo Stato – e in particolare il ministero della Giustizia – non dovrà più sostenere.

Si è completato nei giorni scorsi il trasferimento degli uffici del giudice di pace dallo stabile di via Casu all’edificio che ospita la sezione staccata della corte d’appello, in via Budapest. Un trasloco che, per usare le parole di Mariano Brianda – presidente della sezione penale della corte d’appello di Sassari – comporterà, una volta superato il periodo di “assestamento”, un decisivo miglioramento delle funzioni e un risparmio enorme per la cittadinanza.

In tutto diciannove le persone che da circa una decina di giorni lavorano al secondo piano del palazzo di via Budapest. Una sistemazione non ancora del tutto completata e che ha richiesto qualche sacrificio soprattutto di tipo logistico, considerato che in via Casu il personale era “spalmato” su sei piani e ora su mezzo.

«Il riordino delle funzioni – hanno spiegato Brianda e il direttore amministrativo Grazia Maria Righi – è un risultato molto importante. A Sassari non ci sono più quattro siti giudiziari ma tre. Due di questi, tribunale dei minori e tribunale ordinario, devono obbligatoriamente essere separati. Sono soddisfatti anche gli avvocati che non devono più spostarsi da un palazzo all’altro, oltretutto in zone della città distanti tra loro. L’accorpamento, è chiaro, ottimizza e le normali difficoltà che possono presentarsi in questo momento di avvio le supereremo tutte perché c’è un dialogo continuo».

I sei giudici di pace (il settimo dovrebbe arrivare a breve dall’ufficio di Porto Torres) lavorano tutte le mattine con udienze in tutte le aule del piano terra della corte d’appello.

Si tratta ora di pensare a quelli che lo stesso Brianda ha definito “dettagli”. Ad esempio la cartellonistica, i parcheggi, la sicurezza interna. Si dovrà inserire ad esempio nella segnaletica stradale l’indicazione “Ufficio giudice di pace” – e di questo dovrà occuparsi il Comune – e poi la cartellonistica interna che ancora deve essere sistemata. Così come i parcheggi con una necessaria redistribuzione degli stalli nei due sottopiani. Il palazzo di via Budapest, oltre alla sezione staccata della corte d’appello, ospita anche il tribunale di sorveglianza, la Procura generale e l’Unep, ossia gli uffici notificazioni, esecuzioni e protesti. Il tutto in attesa che si realizzi il progetto della cittadella giudiziaria nell’ex carcere di San Sebastiano.

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