La Nuova Sardegna

Sassari

Lavoro, caos voucher in Sardegna

di Silvia Sanna
Lavoro, caos voucher in Sardegna

In tutta l'isola nel 2016 ne sono stati usati 4,2 milioni: lo stop del governo apre il confronto sulle regole. La Cgil: "Basta, era soltanto uno sfruttamento". La Regione: "Utilizzati in modo abnorme, ma serve un'intesa"

23 marzo 2017
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SASSARI. Ci sono quelli che gridano vittoria e quelli che gridano allo scandalo. Il voucher continua a dividere anche ora che non c’è più. Il buono lavoro pensato per le prestazioni occasionali è stato affondato dal governo di fronte alle pressioni della Cgil e alla paura di una débacle al referendum. In Sardegna, solo nel 2016, sono stati acquistati oltre 4milioni e 200mila voucher. Un numero molto alto che lascia intuire – in determinati casi – un utilizzo fuori controllo. Soprattutto prima che, a dicembre, venisse imposta l’attivazione dei buoni nel portale dell’Inps insieme all’importo da pagare al lavoratore.

Chiara strategia anti sfruttamento, giudicata comunque insufficiente dalla Cgil. Che esulta per la cancellazione dei voucher «perché è stata spazzata via una porcheria ignobile e irriformabile», dice il segretario regionale Michele Carrus. Molto più prudente l’assessore regionale al Lavoro Virginia Mura. Che alcuni mesi fa, di fronte al fenomeno voucher, aveva predicato cautela e maggiori controlli. Oggi che sono stati eliminati, l’assessore dice che è rimasto il problema irrisolto: «Il lavoro occasionale esiste. E deve essere regolamentato. Il governo ha cancellato i voucher ma non ha indicato come affrontare questa fase transitoria». Per esempio, non è chiaro se e come possano essere utilizzati i buoni chiusi nel cassetto: tanti datori di lavoro, fiutando la brutta aria, hanno fatto scorta.

La Regione in allarme. Virginia Mura fa una premessa: «Il governo è stato obbligato a eliminare i voucher. Mantenerli autorizzandone l’uso solo da parte dei privati significava incorrere in possibili rilievi da parte della Corte Costituzionale. Detto questo però – aggiunge l’esponente della giunta Pigliaru – non si è pensato a come affrontare la fase transitoria». Se è infatti impossibile acquistare nuovi voucher in seguito alla decisione del governo Gentiloni, è però consentito utilizzare sino al 31 dicembre 2017 quelli in giacenza. In particolare gli imprenditori del settore turistico-alberghiero e della ristorazione ne hanno un numero consistente nei cassetti, da tirare fuori per l’imminente stagione. Il caos non si è fatto attendere, con l’Inps che in virtù dell'entrata in vigore del decreto 25/2017, ha disattivato tutti i servizi telematici di emissione e attivazione voucher.

La situazione ora è tornata alla normalità ma l’assessore Mura già guarda al futuro: «I voucher sono stati utilizzati in maniera abnorme e in settori dove non potevano essere usati, per esempio l’edilizia. Ma il problema del lavoro accessorio va affrontato. Il voucher era uno strumento valido per i privati che pagano le ripetizioni ai figli o chiamano un operaio per pulire il giardino o cambiare le piastrelle del bagno, lavoratori occasionali che con i buoni avevano anche la garanzia della copertura Inail. Ecco perché – sottolinea l’assessore – occorre raggiungere un compromesso, trovare una soluzione condivisa da governo e sindacati nell’interesse dei lavoratori occasionali e di chi si serve del loro apprto».

Cgil: nessun compromesso. La mediazione, secondo la Cgil, non può attecchire sui voucher. Per preservare legalità e trasparenza, serve una disciplina seria del lavoro occasionale. non questa schifezza che lede la dignità e fa il gioco dei furbetti del mestierino». Michele Carrus è un fiume in piena: «Il voucher è stato utilizzato per sfruttare i lavoratori e fare concorrenza sleale alle persone serie. Una copertura ignobile del lavoro nero, un’ora pagata a fronte di sei o otto lavorate. Un lavoratore non è un “buono” da 10 euro, non può essere trattato come un sacco di patate o di mele. Chi lavora deve essere assunto, ci sono i contratti anche per brevissimi periodi. Chi afferma il contrario – sottolinea Carrus – dice bugie». Diverso il discorso per il lavoro occasionale commissionato da privati: «Facciamo un censimento, un elenco di persone disponibili, tra studenti, pensionati e disoccupati. Deve essere chiaro che il voucher non può essere uno strumento di concorrenza nel mercato, per questo il datore di lavoro non può essere di tipo classico. Sinora si è fatto un uso dstorto di uno strumento sbagliato. L’abolizione è sacrosanta».

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