La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Ferro, spiaggia inclusiva per i disabili

Porto Ferro, spiaggia inclusiva per i disabili

Sull’accesso all’arenile facilitato intervengono il Comitato “Giù le mani” e la presidente dell’Uildm

26 marzo 2017
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SASSARI. «Ben venga l’accesso inclusivo nell’incantevole spiaggia di Porto Ferro ma con una vera Abaf (area balneare ad accesso facilitato) e i servizi che le ruotano intorno. Basta l’Abaf all’inizio della spiaggia». Così Gigliola Serra, presidentessa della sezione sassarese della Uildm, interviene sull’accessibilità alla spiaggia di Porto Ferro che presenterebbe alcune criticità per disabili e anziani. Gigliola Serra, inoltre, ricorda che un’Abaf non è costituita solo da una passerella che facilita l’accesso al litorale e alla battigia, ma prevede una serie di attrezzature che consentono ai disabili di poter entrare in acqua con relativa facilità, oltre a una serie di servizi riservati esclusivamente ai portatori di handicap. Servizi che, secondo la presidentessa della Uildm, non possono essere limitati alla prima parte della spiaggia di Porto Ferro.

Ma sul tema specifico interviene anche il comitato “Giù le mani da Porto Ferro” che sostiene che «allo stato attuale delle cose, Porto Ferro sia, per i portatori di disabilità motoria, una delle spiagge meglio attrezzate del nord Sardegna: attualmente un sistema di pedanine in legno si diparte dai parcheggi, e più precisamente dagli stalli dedicati ai diversamente abili, sino ad oltre cento metri verso l’interno. Le pedane passano nella parte alta della spiaggia ed hanno poi diverse discese verso il mare». Il comitato ricorda inoltre che sia la cooperativa che gestisce il lido all’inizio della spiaggia sia i volontari dell’associazione Vosma (i volontari del soccorso marino presenti nella spiaggia) sono fornite dei “Job”, carrozzine con gomme adatte alla sabbia che possono entrare anche in acqua.

«Purtroppo abbiamo il timore che si stia strumentalizzando il problema dell’accessibilità per far passare come fondamentali gli stabilimenti quando l’area è già resa accessibile da molti anni per opera delle associazioni e cooperative che operano in loco – aggiunge il comitato –. Si pensi che il Surf Camp, all’interno della pineta, sino ad alcuni anni fa, ospitava una colonia per minori, diversamente abili e giovani socialmente svantaggiati». «Come Comitato “Giù le mani da Porto Ferro” non possiamo che essere favorevoli a questo tipo di turismo sociale ma ribadiamo che per attuarlo non servano stabilimenti balneari che troviamo essere esclusivi e non inclusivi, come cercano di farci intendere, vista la loro natura prettamente commerciale – sottolinea il comitato –. Anzi ci stupisce come degli amministratori tendenzialmente di centro sinistra possano minimamente pensare che possa essere accettato un ragionamento per cui uno stabilimento privato, quindi con lo spazio della battigia a pagamento, sia sinonimo di accessibilità e inclusività. Riteniamo semmai vero esattamente il contrario».

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