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Sassari

Raid degli ultras a Sassari, la prefetta Giuliana Perrotta convoca il Cagliari calcio

di Alessandra Sallemi
Raid degli ultras a Sassari, la prefetta Giuliana Perrotta convoca il Cagliari calcio

Il rappresentante del governo nel capoluogo regionale vuole fare luce sull’episodio. La guerriglia urbana è stata pianificata in ogni dettaglio

27 marzo 2017
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CAGLIARI. Due rappresentanti del Cagliari Calcio parteciperanno al Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico convocato d’urgenza stamani in prefettura dopo gli scontri tra tifoserie. È chiaro a tutti ormai che il viaggio per Sassari degli ultras è stato preparato nei dettagli e non serviranno troppi approfondimenti per affermare che il vero scopo della trasferta non era assistere all’amichevole Sorso Cagliari bensì cercare la rissa con i tifosi torresini. Il gruppo, infatti, è partito con un equipaggiamento che non lascia spazio ai dubbi: nei controlli durante il rientro serale dei pullman, sono saltati fuori 17 mazze e 17 bastoni tutti rinforzati, 3 fumogeni e parecchie pietre.

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Gli ultras cagliaritani non sono famosi come viaggiatori, raramente si spostano, sono molto lontani da supporter quali quelli del Napoli che, per la partita contro il Real Madrid, si mossero in diecimila. Una trasferta della tifoseria rossoblù quasi non si ricorda e questa differenza è un ulteriore elemento a favore della tesi che il viaggio sia stato organizzato quasi soltanto per «picchiare i sassaresi». Ecco perciò che la presenza del Cagliari Calcio nel Comitato per l’ordine pubblico presieduto dalla prefetta, Giuliana Perrotta, somiglia a un primo passo per coinvolgere la società nel delicato tema della pace fra tifosi.

Identificazione. Ieri nella questura di Cagliari nessuno aveva la percezione che fosse domenica: la Digos al completo e colleghi di altre squadre erano al lavoro per mandare avanti l’indentificazione degli ultras bloccati sabato sera, come è noto, sui tre pullman al rientro da Sassari sotto scorta di polizia e carabinieri. L’indentificazione fatta sabato nel piazzale della stazione di servizio Agip, 25 chilometri da Cagliari all’altezza di Nuraminis, con agenti e militari dell’Arma in tenuta antisommossa, è durata a lungo perché ciascun passeggero del pullman è stato fotografato a viso scoperto sui vari lati e poi con occhiali e ancora col volto coperto da berretto e da passamontagna. Serviva per il lavoro che è stato condotto per tutta la giornata successiva, ieri, in questura: raffrontare le foto dei singoli tifosi nei vari assetti con le numerose immagini degli scontri alla stazione di Sassari.

Il rientro. I pullman fermati lungo la 131 erano tre, ma viaggiavano non al completo anzi, in uno di questi, c’erano soltanto sette persone e quindi, alla fine, i tifosi identificati sono stati 65. Tutti gli altri del gruppo di quasi 200 ultras in trasferta avevano scelto il treno per rientrare, ma nessuno sembra sia arrivato fino a Cagliari dove la stazione era presidiata dalla polizia. A gruppi sarebbero scesi in stazioni intermedie. Non si sa se la scelta di non tornare tutti con gli stessi mezzi dell’andata sia stata pianificata in anticipo. Quel che è certo è che non è stata casuale la decisione di andare a noleggiare i pullman a Pula e non in una delle numerose ditte di Cagliari città, dove più facilmente si sarebbe sparsa la voce di un gruppone di tifosi pronto a partire per Sassari.

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