Detenuti e rifugiati alle prese con i libri
Cinquantatré detenuti, cinquanta studenti provenienti dall’area del Maghreb e tre ragazzi con lo status di rifugiati. L’università di Sassari allarga le proprie frontiere, sia geograficamente sia dal...
Cinquantatré detenuti, cinquanta studenti provenienti dall’area del Maghreb e tre ragazzi con lo status di rifugiati. L’università di Sassari allarga le proprie frontiere, sia geograficamente sia dal punto di vista sociale e con la propria offerta formativa raggiunge classi di studenti fuori dagli schemi canonici. Con grande fatica, per via delle comprensibili difficoltà burocratiche, l’ateneo ha stretto un accordo con il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e attualmente conta fra le file di studenti iscritti ai corsi di laurea, ben 53 detenuti nei vari istituti di pena della Sardegna, compresi anche alcuni carcerati in regime di sicurezza 41 bis. La maggior parte di loro ha scelto i corsi di laurea in Giurisprudenza, e per tutti loro, nei giorni scorsi, i rappresentanti dell’università hanno concluso un’ulteriore intesa con il provveditore, in virtù della quale saranno potenziati i metodi di insegnamento a distanza, sfruttando piattaforme di e-learning e punti self-student all’interno delle strutture carcerarie. Ancora all’ambito sociale è rivolto il programma che ha consentito a tre ragazzi arrivati nei centri di accoglienza del Sassarese e ora in possesso dello status di rifugiati, di iscriversi all’università: uno arriva dall’Iran ed è iscritto al corso di Farmacia, uno arriva dalla Costa d’Avorio ed è iscritto al corso di Sicurezza e cooperazione internazionale e uno è originario del Mali e si è iscritto a Pianificazione e politiche per la città, l’ambiente e il paesaggio. Apertura delle frontiere anche per il progetto Sardegna Formed, che con il coinvolgimento della Fondazione di Sardegna e l’Unimed, consente a una cinquantina di studenti del Maghreb di frequentare i corsi di laurea dell’ateneo di Sassari. (v.g.)