La Nuova Sardegna

Sassari

Li Punti, comunità multiculturale legata alle proprie radici

Li Punti, comunità multiculturale legata alle proprie radici

Ma anche in questo “angolo di paradiso” spuntano sacche di povertà. L’ex borgata è in continua espansione, per adesso i disagi sono limitati

09 aprile 2017
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SASSARI. A sentire i residenti Li Punti è un angolo di paradiso. Ma dopo le prime dichiarazioni d’amore, emergono i problemi. Nulla di grave, sia ben chiaro. Soprattutto di fronte alle criticità denunciate in altri quartieri di Sassari. Piccoli particolari come «l’assenza di impianti sportivi al coperto, dove si possano praticare attività che non siano il calcio – sostiene Cesare Vanali –. Ma potrebbero esistere anche realtà all’aperto, sulle tracce dei “playground ”americani, dove poter praticare uno sport e magari allacciare o rinsaldare relazioni sociali». E di strutture al coperto sente la necessità anche Virgilio Mafi, pensionato, milanese di origine ma lipuntino dal 1951: «Sì, ci manca un punto dove incontrarci, dove trascorrere il tempo, dove poter fare anche nuove amicizie. Certo, c’è un bellissimo parco, ma la sera servirebbe un centro di aggregazione».

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Pochi problemi anche per il cavalier Giovanni Farina, una vita sulle piattaforme petrolifere dell’Eni: «No, non possiamo lamentarci più di tanto, anche se in alcune zone di Li Punti i sottoservizi lasciano a desiderare. Sono frequenti gli allagamenti ma questo è un problema antico e di difficile soluzione. Invece basterebbe poco, anche in termini si spesa, installare alcuni cartelli stradali che impediscano a chi viene a Li Punti di ritrovarsi alla periferia di Porto Torres. Credo che Comune e Provincia se la potrebbero cavare con poco e rendere un servizio non tanto a noi residenti ma a chi viene a trovarci».

Francesco Becciu, goceanino come Giovanni Farina è un ex amministratore pubblico, ex presidente della Circoscrizione. E va orgoglioso di quanto fatto negli anni passati per il quartiere. Come aver impedito «che nella zona delle case popolari venissero costruiti grattacieli e palazzoni come hanno fatto in altri quartieri di Sassari». Ma, da buon goceanino, non ha dimenticato le proprie radici e con Giovanni Farina è uno dei promotori e sostenitori di “Lu Fogaroni”, il grande falò che viene acceso in onore di Sant’Antonio Abate. In quei giorni Li Punti non è più un quartiere di Sassari ma diventa un paese del Goceano. Ma in questo angolo di paradiso, cè anche il rovescio della medaglia, comune però al resto della città: la povertà e le nuove povertà. Situazioni che ben conosce Mariuccia Carboni, casalinga ma anche presidente della Caritas diocesana: «Assistiamo una trentina di famiglie ma ogni tanto si presentano facce nuove. Sono i nuovi poveri, gente che ha perso il lavoro, magari di altri quartieri. Fortunamente qui resiste la solidarietà sociale, siamo ancora una comunità». Che ruota attorno alla parrocchia di San Pio X. «Ci sarebbe molto da fare – dice il parroco, don Costantino Poddighe – ma ora siamo concentrati sulla Pasqua e sui prossimi festeggiamenti per i 50 anni della parrocchia. Ma di questo ne parleremo più avanti».

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