La Nuova Sardegna

Sassari

Rivelò segreti all’amico ma non fu corrotto

di Nadia Cossu
Rivelò segreti all’amico ma non fu corrotto

Ex finanziere che lavorava in Procura assolto dall’accusa più grave. Pena ridotta a due anni e 11 mesi

13 aprile 2017
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Quella di corruzione era l’accusa più pesante, a maggior ragione per un rappresentante delle forze dell’ordine da tempo in servizio negli uffici della Procura della Repubblica di Sassari. Ed è caduta. È rimasta in piedi la rivelazione di segreti d’ufficio.

Due giorni fa i giudici della corte d’appello di Sassari (presidente Plinia Azzena, a latere Gianni Delogu e Francesca Lupino) hanno ridotto la condanna per il finanziere Antonio Palomba (51 anni di Alghero, difeso dall’avvocato Gabriele Satta) e per l’imprenditore suo amico Vincenzo Smimmo (di 49, assistito da Emiliano Alfonso e Claudio Montalto). In primo grado erano stati condannati rispettivamente a tre anni e dieci mesi e a tre anni e cinque mesi, in appello a due anni e undici mesi e a due anni e quattro.

La storia risale al 2008, quando Palomba – in forze al terzo piano del palazzo di giustizia di via Roma – era stato intercettato durante un dialogo telefonico: «Mi faccio due giri sul terminale». Quei segreti, custoditi gelosamente dagli inquirenti, Palomba li avrebbe rivelati a due imprenditori algheresi sotto inchiesta, che erano stati avvisati della imminente visita delle fiamme gialle.

Corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio, con questa accusa il maresciallo della guardia di finanza a ottobre del 2008 era finito sotto inchiesta insieme all’amico Vincenzo Smimmo. Il terminale che Antonio Palomba – stando all’accusa – “visitava” nelle pause del suo lavoro di ufficiale di polizia giudiziaria collaboratore di un magistrato era quello del Registro generale delle notizie di reato. Ma “consultava” anche altri archivi riservati da dove, secondo gli inquirenti, il sottufficiale attingeva notizie preziose. Come quella di un’imminente visita dei colleghi della compagnia di Sassari e della tenenza di Alghero ad alcuni conoscenti del suo amico Smimmo. Palomba non sapeva di essere ascoltato fin dal momento in cui, intercettando Smimmo per un altro procedimento, i finanzieri avevano sentito il loro collega violare in diretta il segreto di indagine e svelare notizie che solo chi aveva accesso agli archivi poteva conoscere. Da quel momento il procuratore Gianni Caria aveva iscritto il suo nome nel registro degli indagati e aveva secretato gli atti. Secondo le prime ipotesi d’accusa il tornaconto di Palomba sarebbe stata la promessa di un incarico professionale, in nero, come controllore degli operai di un cantiere bolognese gestito proprio da Vincenzo Smimmo. «Non abbiamo mai accettato che Palomba passasse per un corrotto – ha spiegato l’avvocato difensore Gabriele Satta – Si parlava di fatti completamente differenti. Ecco perché l’assoluzione da questo reato ci soddisfa».

Comune

Sassari, terremoto politico in giunta: fuori l’ex M5S Laura Useri

Le nostre iniziative