La Nuova Sardegna

Sassari

Ozieri, risolto il caso della chiesa sparita: è dentro un caseificio

di Barbara Mastino
Ozieri, risolto il caso della chiesa sparita: è dentro un caseificio

Lo studioso Cau ritrova le tracce del tempio di San Mauro L’edificio di culto del 1700 inglobato nell’azienda Pericu

29 aprile 2017
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OZIERI. Ozieri riscopre l’antica chiesetta di San Mauro Abate, che si pensava perduta e che invece è stata di recente individuata “inglobata” all’interno di un caseificio grazie a una fortunata intuizione dello studioso Gian Gabriele Cau. Da tempo dell’edificio, che si sapeva situato nei dintorni della chiesetta di San Sebastiano, si erano perse le tracce. A parlarne per la prima volta dopo anni era stato nel 1993 lo storico don Francesco Amadu, nell’ambito di una rubrica dedicata alle “Chiese ozieresi che furono” del magazine diocesano Voce del Logudoro. Qui il canonico aveva dato notizia di una inedita chiesa ozierese sotto il titolo di San Mauro, senza individuarne l’esatta localizzazione. Ma dopo una serie di indicazioni riferite dallo studioso, e sulla base della citata intuizione, è stato possibile rintracciare quel che resta del tempio dedicato al discepolo prediletto di San Benedetto da Norcia.

«La prima notizia della chiesa, determinante ai fini di questa indagine – spiega Gian Gabriele Cau –, è dal verbale di una lite giudiziaria presso il tribunale diocesano nel 1737, dove la chiesa viene citata. In un secondo atto della metà del Settecento, poi, la chiesa è ancora localizzata tramite un’abitazione “in Donnigagia, in sa carrera de Santu Mauru”. L’ultima attestazione è del 1795, ma già nel 1855 ne sopravvive solo la memoria per una casa posta nelle sue vicinanze. La chiesa “sparì”, quindi, come si rileva dalle notizie sulla “scomparsa” del culto benedettino nella seconda metà del Settecento e come si rileva anche dalla prima planimetria cittadina del 1845, dell’architetto De Candia, dove in prossimità della chiesa di Sebastiano si rileva solo la perduta chiesa di San Bachisio. Se ne deduce che il San Mauro, ormai in stato di completo abbandono da più decenni, apparisse agli occhi di De Candia privo di interesse planimetrico». La scoperta deriva dall’analisi di una fotografia panoramica scattata da Ercole Conti nel 1899 e pubblicata in “Ozieri e il suo volto” a cura dello stesso Gian Gabriele Cau e di Manlio Brigaglia: la buona definizione dell’immagine digitalizzata ha consentito di cogliere il dettaglio di una sospetta costruzione, «di un certo rilievo volumetrico», sulla stessa area di un immobile dove dal dopoguerra sorge il caseificio dei Fratelli Pericu. «Grazie alla loro preziosa cortesia e collaborazione – dice Cau – è stato possibile un sopralluogo che ha messo in luce alcune sopravvivenze architettoniche della chiesa, già nel 1899 completamente inglobata nel nucleo più antico dello storico stabilimento».

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