La Nuova Sardegna

Sassari

Trasfusioni, servizio a rischio

Trasfusioni, servizio a rischio

Mancanza di reagenti e di kit per i donatori: una nuova emergenza nel reparto

06 maggio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Preoccupazione tra i thalassemici: in questi giorni al centro trasfusionale le trasfusioni periodiche di sangue erano a rischio per la ormai cronica mancanza di reagenti e di kit per i donatori. Se il servizio non si è fermato è soltanto perché piccole scorte di reagenti sono arrivate in prestito da Cagliari e Nuoro e sono state trovate soluzione temporanee che eviteranno il “razionamento” delle trasfusioni e di rimandare a casa i donatori che generosamente si offrono per i prelievi.

L’allarme trasfusioni non riguarda solo i thalassemici, ma anche tutta una serie di malati cronici che hanno bisogno continuo di plasma.

E se viene a mancare anche il materiale per la raccolta del sangue si aprono riflessi negativi anche sulle scorte di sangue. Che nell’isola sono sempre carenti. È una catena con effetti devastanti di cui pagano il prezzo tutti i cittadini.

Il motivo della ennesima emergenza, nata in quest’occasione al centro trasfusionale, è sempre lo stesso. All’Azienda ospedaliero universitaria gli appalti per le forniture di materiale, sono ancora fermi, nonostante le promesse di risolvere il problema e ormai manca tutto: dalle provette alle garze, dai medicinali ai disinfettanti, dagli aghi farfalla alle siringhe. L’indispensabile per garantire un’assistenza sanitaria degna di quel nome.

La mancanza di farmaci e presidi medici in tutti i reparti si sta incancrenendo, ma il peggio è che non si vede la luce all’orizzonte. È da mesi che operatori sanitari e sindacati denunciano lo stato di agonia della sanità cittadina con il personale che sta facendo i salti mortali per assicurare livelli minimi, ma quando vengono a mancare anche

E se in passato le emergenze venivano risolte grazie a quel tacito accordo con le ditte fornitrici che assicuravano il materiale sanitario in attesa della proroga dei contratti d’appalto, ora che le proroghe sono vietate dalla legge, tutti i nodi sono venuti al pettine.

Una situazione che sta facendo crescere la rabbia dei pazienti, costretti a dover affrontare, oltre alla malattia , una serie di disagi che potrebbero venire loro risparmiati. Le associazioni dei malati sono sul piede di guerra perché si sono stancate di promesse che non vengano regolarmente mantenute. E che umiliano chi affronta sofferenze e non riesce a capacitarsi del perché l’organizzazione dei servizi sanitari sia così carente su tutti i fronti.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative