La Nuova Sardegna

Sassari

L’allarme dei sindacati: «Posta a giorni alterni in tutta la Sardegna»

di Claudio Zoccheddu
L’allarme dei sindacati: «Posta a giorni alterni in tutta la Sardegna»

La riforma del servizio potrebbe includere anche le aree metropolitane. Uffici in difficoltà: manca il personale e le sostituzioni sono impossibili

08 maggio 2017
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SASSARI. Probabilmente continuerà a bussare due volte ma forse lo farà solo tre volte alla settimana. Se la consegna della posta a giorni alterni sembrava essere una mazzata riservata agli abitanti dei piccoli centri, in realtà l’ipotesi di un postino a singhiozzo abbraccia l’intera isola. Aree metropolitane comprsse. Dunque, tutta la Sardegna potrebbe ricevere la posta solo tre volte alla settimana. Uno scenario da incubo annunciato dai responsabili dei sindacati confederali che citano il piano industriale di Poste Italiane che, salvo ripensamenti dell’ultima ora, dovrebbe essere orientato verso una drastica riduzione di un servizio fondamentale anche nell’era delle comunicazioni in tempo reale. Con tutto quello che potrebbe conseguirne anche perché l’idea di consegnare le lettere a giorni alterni non riesce a superare le tante perplessità di chi, ad esempio, pensa ai giorni festivi infrasettimanali, quelli segnati in rosso ma anche quelli che corrispondono alle festività patronali e che farebbe slittare anche la consegna delle lettere che dovrebbero arrivare a subito a destinazione, come l’ex posta prioritaria. Il tempo per correggere gli errori, poi, è poco. La razionalizzazione dei servizi postali dovrebbe essere completata entro il 2017.

L’allarme dei sindacati. Poste Italiane è una società che sta cambiando pelle. Il nuovo amministratore delegato, Matteo Del Fante, è un carica da pochi giorni e ancora non è dato sapere come verrà portato avanti il processo di razionalizzazione dei servizi che veniva annunciato porta a porta ai sindaci dei 2600 comuni italiani che dovranno fare i conti con la consegna delle lettere a giorni alterni. Se si dovesse seguire il piano industriale in vigore, la Sardegna potrebbe pagare un prezzo carissimo: «La distribuzione della posta dovrebbe avvenire a giorni alterni in tutta l’isola – spiega Antonello Zedda, sindacalista della Slc Cgil –. Nelle grandi città si dovrebbero allestire alcune linee dedicate che potrebbero assicurare la consegna dei prodotti veloci: L’idea, ovviamente, non ci è mai piaciuta e non ha avuto successo nelle regioni in cui è già partita». A frenare le intenzioni di Poste Italiana è intervenuta anche Agcom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni: «Ha definito una rosa di località in cui il servizio deve essere garantito ogni giorno e che corrispondono con le aree più popolose – continua Zedda – mentre per i piccoli centri le alternative sembrano poche. Il problema della consegna delle lettere a giorni alterni si sommerebbe, quindi, a quelli che Cgil segnala da tempo e che hanno portato a uno stato di agitazione dei dipendenti della Poste».

Personale insufficiente. La coperta è troppo corta e il numero degli addetti non è in grado di contrastare le situazioni di emergenza. «Purtroppo è un problema che riguarda tutti i settori – spiega Davide Sannia, sindacalista della UilPoste –, sia per quanto riguarda gli sportelli sia per i recapiti. Le lunghe assenze non vengono rimpiazzate e quando entrerà in vigore il nuovo piano di razionalizzazione che prevede i giorni alterni secchi di consegna, i problemi aumenteranno. I portalettere saranno costretti a sezionare le zone che dovranno coprire, tre giorni da una parte e tre dall’altra». L’unica soluzione possibile però, secondo la Uil, non avrebbe tenuto conto della festività infrasettimanali. Un buco del piano di razionalizzazione che potrebbe costare ulteriori disservizi ai cittadini: «Ci sono eventualità che farebbero slittare le consegne anche di quattro giorni perché, ipotizzando un giorno festivo di mercoledì, è chiaro che si andrebbe a perdere la giornata in cui invece il portalettere dovrebbe coprire la zona di consegna». L’alternativa dovrebbe essere già pronta: «Uno stratagemma potrebbe essere quello della consegna quotidiana dei prodotti della linea Plus, la posta pregiata a consegna rapida. Al contrario, il recapito della posta ordinaria, tra cui anche i depliant pubblicitari, potrebbe avvenire a giorni alterni», conclude Davide Sannia. Soluzione che, comunque, non risolverebbero le carenze di organico di Poste Italiane.

Uffici in difficoltà. L’agitazione è l’unica possibilità di far valere le proprie ragioni. E i dipendenti delle poste le stanno provando tutte: «Abbiamo iniziato con lo sciopero degli straordinari – aggiunge ancora Antonello Zedda –. Siamo pochi e non possiamo anche accollarci i doppi turni che ci vengono proposti». Chi lavora agli sportelli, poi, deve dedicare parte del suo tempo alle promozioni: «Fa parte della politica aziendale ma la diffusione dei nuovi prodotti richiede tempo e personale. Con le esigue forze a disposizione c’è il rischio che si allunghino le attese peggiorando il servizio e la percezione che ne hanno i clienti. Un danno enorme e un assist alla concorrenza», conclude Antonello Zedda.

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