La Nuova Sardegna

Sassari

«Le norme urbanistiche uccideranno le aziende»

di Barbara Mastino
«Le norme urbanistiche uccideranno le aziende»

Grido d’allarme dell’Unione dei Comuni dopo il disegno di legge della Regione Angelo Sini: stanno sottraendo metri cubi all’allevamento per regalarli agli hotel

09 maggio 2017
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OZIERI. Levata di scudi dell’Unione dei Comuni del Logudoro contro le nuove norme urbanistiche contenute nel disegno di legge regionale sul governo del territorio. Norme che colpiscono seriamente le aziende agricole, imponendo pesanti limitazioni alle possibilità di costruire strutture per il ricovero degli animali, la mungitura, l’ingrasso. «La Regione sta di fatto sottraendo metri cubi all’allevamento per regalarli agli hotel - è la riflessione del presidente dell’Unione, e sindaco di Pattada, Angelo Sini - con delle norme che oltre che essere inspiegabili dal punto di vista del benessere animale sono anche in conflitto, in alcune parti, con i parametri europei». Il disegno di legge è stato licenziato a marzo, e deve ancora passare al vaglio della commissione competente e quindi del consiglio, per cui ci sono ancora margini di modifica. Ecco perché ieri dall’Unione del Logudoro è partita una lettera urgente all’Anci contenente tutta una serie di osservazioni a firma del presidente Angelo Sini.

Tra le storture contenute nel progetto di legge, alcune saltano all’occhio più di altre. Per esempio la previsione di un’ampiezza massima di 700 metri quadri per le strutture di nuova edificazione. «Tale limite – spiega il presidente Sini – vieta di fatto la nascita di qualsiasi stalla da ingrasso in Sardegna, e visto l’attuale deficit di carne bovina nella nostra isola non mi sembra una scelta lungimirante. Ad esempio per un gregge di 500 capi ovini secondo queste norme si possono edificare al massimo 100 metri quadri per stalle: la sala mungitura da 48 posti completa di sala d’attesa ha mediamente una superficie di 120/140 metri quadri e pertanto non è possibile la costruzione di un ovile per il ricovero del bestiame ed è impensabile la realizzazione di un fienile. Mediamente oggi un’azienda da 500 capi presenta un fienile da 350/400 metri quadri, un ovile da 250/300 e una sala mungitura da 120/140. Oltre queste costruzioni è necessario pensare ai ricoveri attrezzi e macchine agricole, ma con questi limiti ogni realizzazione è impensabile».

Un “taglio” che si potrebbe ripercuotere sul benessere degli animali, come fanno temere i limiti che si pensa di imporre all’ampiezza dei ricoveri. «Prendiamo per esempio – dice Sini – la media per ovini e caprini, che è di 0,20 metri quadri a capo, ovvero 5 pecore per metro quadro, mentre la letteratura riporta come valore medio di benessere animale 1-1,3 metri quadri per ovino. Per rendere l’idea dell’assurdità di questo valore immaginate la vostra camera da letto (15 metri quadri) con dentro 75 pecore adulte. Mi sembra superfluo aggiungere altro».

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