La Nuova Sardegna

Sassari

Malattie mentali i soldi sono arrivati

In pagamento da ieri i primi due mesi del 2017 della legge 20 Per gli arretrati del 2015 è ancora tutto bloccato in Regione

20 maggio 2017
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SASSARI. Sono in pagamento da ieri i contributi della legge regionale 20 sui disturbi mentali. Soldi benedetti per centinaia di famiglie, che attendevano il contributo assegnato per portare avanti cure spesso costosissime e che in molti casi erano stati costretti a sospendere. Contributi regionali materialmente distribuiti dal Comune, che riceve i soldi da Cagliari e poi li gira alle famiglie.

Soldi, circa 720mila euro, che il Comune aveva in cassa per coprire le prime due mensilità dell’anno. A “intoppare” le procedure è però arrivato l’aggiornamento delle procedure per l’assegnazione dei fondi, con la richiesta di un nuovo sistema di calcolo Isee che rischiava di rallentare oltre misura la gestione delle pratiche, che richiedono inoltre tutta la documentazione medica.

Lo scorso 2 maggio però è finalmente arrivato il via libera dalla Regione che permette al Comune di accettare anche le autocertificazioni Isee, e in meno di due settimane le pratiche complete sono state lavorate dal settore Servizi Sociali e andate in pagamento. Da ieri dunque i soldi relativi alle mensilità di gennaio e febbraio sono disponibili allo sportello, mentre per chi ha l’accredito in banca bisognerà aspettare i primi giorni della prossima settimana.

Ancora nessuna novità invece per gli arretrati del 2015. Mancano, infatti, risorse per circa 580mila euro in grado di coprire le mensilità di novembre e dicembre e l’unico modo per aggiustare i conti è quello di far passare un emendamento in finanziaria regionale, già presentato.

Rimane la partita delicatissima legata alla legge 20 e in generale a tutte le leggi di settore, cioè quelle normative legate all’assistenza di chi soffre di varie patologie croniche. Leggi per cui la Regione eroga i fondi ai Comuni, ma in maniera quasi sempre inferiore a quello che è il fabbisogno dichiarato. Anche perché le richeiste sono in continuo aumento, e ogni ritardo può avere esiti drammartici vista la concomitante difficoltà ad accedere alle terapie riabilitative erogate dal sistema sanitario pubblico. Il tutto quando per un bambino autistico anche un solo mese in cui non ci sono stimoli adeguati fa la differenza fra l’essere disabili gravi per tutta la vita o acquisire un livello di autonomia compatibile con l’inserimento. (g.bua)

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