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Sassari, incarichi e “favori” in Comune: condannati dirigente e funzionari

di Nadia Cossu
Sassari, incarichi e “favori” in Comune: condannati dirigente e funzionari

In appello ribaltata la sentenza che nel 2015 aveva assolto 5 imputati dal concorso in abuso d’ufficio. Il pm contestava irregolarità nell’affidamento di progettazioni. La difesa: «Andremo in Cassazione»

25 maggio 2017
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SASSARI. È una sentenza che, per usare la frase di uno degli avvocati difensori, «ha colto tutti di sorpresa». I giudici della corte d’appello (presidente Plinia Azzena, relatore Gianni Delogu, estensore Massimo Zaniboni) ribaltando – tranne per uno degli imputati – la sentenza di primo grado, hanno condannato quattro persone tra dirigenti e funzionari del Comune di Sassari (all’epoca dei fatti) per abuso d’ufficio in concorso. Si tratta di Claudio Castagna, allora dirigente del settore Progettazione e direzione lavori pubblici, di sua moglie Cristina Sirigu, architetto, e dei due funzionari pubblici Angela Maria Maccioni e Roberta Omoboni. Un altro imputato, Maurizio Pinna Nossai, è l’unico a essere stato assolto anche in appello.

I cinque erano finiti a processo per presunte irregolarità nell’affidamento degli incarichi per la progettazione di lavori al pattinodromo e per la ristrutturazione del campanile di Sant’Apollinare, la chiesa nel centro storico di Sassari. In primo grado il giudice Antonello Spanu li aveva assolti con la formula «perché il fatto non sussiste». Ora la decisione dei giudici d’appello ribalta, per quattro di loro, quel verdetto: Castagna è stato condannato a un anno e Sirigu, Maccioni e Omoboni a 8 mesi.

L’indagine coordinata dal pm Carlo Scalas ruotava intorno a presunti lavori affidati alla compagna di Castagna il quale, secondo il pm, avrebbe avallato due varianti che avrebbero consentito ingiuste lievitazioni degli onorari di lei. E per questo motivo il dirigente era finito sotto inchiesta insieme a sua moglie e ai tre funzionari che per l’accusa avevano in qualche modo avuto un ruolo nelle procedure per gli incarichi. Il sostituto procuratore aveva chiesto la condanna a un anno e mezzo per Castagna (assistito dall’avvocato Nicola Satta) e a un anno per gli altri quattro imputati difesi da Marco Costa, Paola Milia, Gianluigi Mastio e Pierluigi Carta.

Nell’inchiesta, la Guardia di finanza si era concentrata come prima cosa sulla data del matrimonio del dirigente con l’architetto, nel 2006: pochi giorni prima Castagna avrebbe firmato una determinazione dirigenziale con la quale – in seguito alla consultazione di cinque professionisti – aveva affidato alla fidanzata (e “prossima” moglie) l’incarico per la progettazione preliminare, definitiva, esecutiva e il coordinamento della sicurezza. A cantiere aperto, tra gennaio e maggio 2008, il Comune aveva dato il via libera a due varianti, la prima accordata dallo stesso Castagna. Varianti che secondo il consulente nominato della Procura non erano dovute a cause sorte naturalmente nel corso dei lavori ma a «errori e omissioni di progettazione della Sirigu». Dopo la sentenza d’appello l’avvocato Nicola Satta ha commentato: «La decisione dei giudici ci ha colto di sorpresa perché ci pareva che tutto fosse cristallino. Il ricorso per Cassazione è scontato».

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