La Nuova Sardegna

Sassari

«Per mio figlio mi incatenerò in municipio» 

«Per mio figlio mi incatenerò in municipio» 

La disperazione delle mamme che non sanno come pagare le terapie riabilitative dei loro bambini

01 giugno 2017
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SASSARI. La disperazione è un sentimento palpabile tra i familiari di bambini e ragazzi con gravi disabilità, fra malattie rare, autismo e malattie mentali. Ieri nella saletta commissioni di Palazzo Ducale il divano era occupato da alcune mamme che volevano sentire direttamente dall’assessora Monica Spanedda che cosa si devono aspettare per il futuro riguardo ai finanziamenti in base alla legge regionale 20 sulle disabilità mentali. Circa dieci giorni fa sono andate in pagamento le prime due mensilità del 2017, gennaio e febbraio, ma siamo a giugno e nel frattempo chi ha potuto ha anticipato le spese per le terapie dei loro figli, chi non ha un lavoro o comunque non naviga in buone acque ha dovuto interrompere l’assistenza perdendo magari tutti i risultati raggiunti finora. «A mio figlio di 16 anni è stata diagnosticata una sindrome bipolare - racconta una madre -, io e mio marito siamo entrambi disoccupati e con i soldi che ci sono arrivati la settimana scorsa non riusciamo a coprire le terapia per il ragazzo. Siamo nella disperazione più assoluta mentre vedo che i politici e gli uffici sono indifferenti rispetto all’urgenza di chi sta male. Se il 15 giugno non mi saranno arrivati i soldi mi incatenerò davanti al Comune e vedremo se qualcuno ascolterà la nostra voce».
C’è poi che non sa neppure come portare il proprio bambino nel centro al quale è stato assegnato. «Dovrei andare a Ploaghe al San Giovanni Battista, ma io non guido e mio marito è stato colpito da ictus, con i mezzi pubblici ho provato ma è improponibile. Chiedo che il Comune metta a disposizione una navetta per chi deve andare a curarsi in luoghi così lontani».
Ci sarebbero anche centri specializzati in città convenzionati con il sistema sanitario pubblico ma per far entrare una persona in terapia c’è un’attesa di 2 anni, un’eternità per chi deve recuperare il più in fretta possibile facoltà che altrimenti verrebbero irrimediabilmente perdute. Tante difficoltà vengono denunciate anche dai familiari dei bambini con autismo, una sindrome le cui diagnosi si stanno moltiplicando in modo esponenziale negli ultimi anni. E con queste le richieste di aiuto agli enti pubblici i quali, per problemi di vario genere, spesso non riescono a rispondere in maniera adeguata. (g.g.)
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