La Nuova Sardegna

Sassari

Treno deragliato a Scala di Giocca, chiesta la conferma delle condanne

di Nadia Cossu
Treno deragliato a Scala di Giocca, chiesta la conferma delle condanne

Dirigenti Rfi accusati di disastro e omicidio colposi dopo la morte del macchinista. A gennaio si era riaperto il processo. La difesa: «Non era un evento prevedibile»

01 giugno 2017
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SASSARI. Lo scorso gennaio era stata riaperta l’istruttoria dibattimentale nel processo per l’incidente ferroviario del 2009 a Scala di Giocca nel quale perse la vita il macchinista di Ploaghe Giuseppe Solinas. Il tribunale aveva infatti disposto l’acquisizione di nuovi documenti così come richiesto dal procuratore Gianni Caria che aveva già concluso la sua requisitoria con una richiesta complessiva di condanna a 9 anni e otto mesi per gli imputati Salvatore Crispo, Antonello Sanna e Daniele Seglias (tutti dirigenti Rfi).
Una novità processuale che ha avuto come conseguenza una nuova discussione che si è conclusa ieri mattina, davanti al collegio presieduto dal giudice Salvatore Marinaro (a latere Guareschi e Nuvoli) con la conferma da parte del pm delle precedenti richieste di condanna: per Crispo e Seglias tre anni e 6 mesi e per Sanna due anni e 6 mesi (assistiti in aula dagli avvocati Franco Luigi Satta, Luigi Satta e Guido Manca Bitti).

Quell’incidente secondo l’accusa aveva messo in evidenza gravi carenze organizzative e gestionali da parte della dirigenza di Rete ferroviaria italiana per la quale il procuratore aveva individuato una responsabilità amministrativa e ne aveva chiesto la condanna a una pena pecuniaria di 500mila euro. Il treno si era scontrato con un enorme masso che si era staccato dalla parete rocciosa precipitando sui binari. Le accuse per gli imputati sono disastro colposo e omicidio colposo determinati, secondo la Procura, dalla inosservanza di alcune norme sulla sicurezza. E proprio su questo punto, sulla sicurezza e sulla possibilità di prevedere e prevenire quella frana, si è concentrata la discussione del pm. Il procuratore Caria è stato molto chiaro: «La zona soprastante la sede ferroviaria è contenuta nel Pai della Regione ed è classificata come Hg4, ossia una zona pericolosa per movimenti incipienti di frana. Esattamente quello che è successo nel 2009». E starebbe qui, in questa classificazione del Pai, la prevedibilità dell’incidente. Prevedibile e prevenibile con piccoli e poco costosi accorgimenti tecnologici da parte di Rfi».

L’avvocato difensore Franco Luigi Satta ha sostenuto che i rischi di tipo idrogeologico non sono contemplati nel piano operativo della sicurezza di cui è dotata Rfi. «Il perito ha detto chiaramente che destinataria del Pai, che secondo l’accusa non avremmo rispettato, è la Regione. La stessa che avrebbe dovuto organizzare le opportune conferenze di servizi con gli enti coinvolti. Cosa che, però, è stata fatta troppo tardi: un mese dopo l’incidente ferroviario di cui ci troviamo purtroppo a parlare». Il 28 giugno ci sarà la lettura della sentenza.

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