La Nuova Sardegna

Sassari

a Tempio 

Il primo saluto ai “fratelli e sorelle” di cui sarà pastore

TEMPIO. Il primo saluto di monsignor Gian Franco Saba, nella cattedrale di San Pietro a Tempio, è «per i cari fratelli e care sorelle della Chiesa turritana». «Siamo un popolo in cammino che attinge...

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TEMPIO. Il primo saluto di monsignor Gian Franco Saba, nella cattedrale di San Pietro a Tempio, è «per i cari fratelli e care sorelle della Chiesa turritana». «Siamo un popolo in cammino che attinge da Cristo la speranza e dalla prossimità gli uni verso gli altri, la forza, la tenacia, la capacità di osare e di riprendere percorsi conosciuti e sperimentarne di nuovi», afferma il sacerdote, che a tratti non riesce a nascondere la sua emozione e che spesso fa riferimento alle Sacre Scritture ed ai Padri della Chiesa per rafforzare i concetti. Primi nel lungo elenco dei saluti, «i cari fratelli e sorelle», toccati dalla sofferenza che portano il peso dell’assenza di lavoro, della salute e quello di vedere riconosciuto un posto nella società. «Alla ricerca, dice, della gioia vera e di una voce amica che sostenga la solitudine e gli affanni della vita». Subito dopo, don Saba, che nel suo intervento ha parlato anche di «pluralità della struttura umana» e «di ricca e grande tradizione pastorale e culturale della Chiesa turritana», porge il suo saluto «ai fratelli e alle sorelle appartenenti ad altre fedi religiose e confessioni cristiane». «In particolare a quanti non hanno spazi di personale e pubblica dignità». Il saluto si estende poi alle autorità, ai sacerdoti e diaconi, augurando “serena concordia, solidarietà fraterna, la stima ed il perdono, la comprensione cordiale e la correzione discreta”. Ai seminaristi e ai formatori, ai religiosi e religiose, ai gruppi, associazioni e movimenti. Infine a padre Paolo Atzei dal quale era stato ordinato presbitero e che ringrazia per il grande lavoro apostolico profuso. (a.mav.)



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