La Nuova Sardegna

ITTIREDDU. Un investimento per superare la crisi idrica. Questa la ratio della recente iniziativa dell’amministrazione comunale di Ittireddu, che ha ben pensato di recuperare l’acqua realizzando un pozzo per la ricerca idrica nello spazio adiacente la casa comunale e il museo archeologico. Il progetto, realizzato dalla geologa Donatella Giannoni ha consentito l’individuazione del punto più opportuno dove realizzare la perforazione affidata all’azienda Sanna e Venturi. «Nonostante alcuni piccoli imprevisti dovuti alla friabilità dei livelli superiori costituiti prevalentemente da lapillo vulcanico – racconta il sindaco di Ittireddu Franco Campus –, l’indagine ha consentito di intercettare a circa 85 metri di profondità una falda molto abbondante che secondo i calcoli può fornire oltre 3 litri al secondo. Una quantità d’acqua veramente importante per noi – ha aggiunto il primo cittadino – che ci consente anche di essere autonomi da Abbanoa specie per quanto riguarda la possibilità di utilizzare l’acqua per scopi irrigui e per approvvigionare abbeveratoi comunali e coloro che hanno necessità di dissetare il bestiame».

Per meglio sfruttare questa risorsa, l’amministrazione ha anche provveduto all’acquisto di tre cisterne da ventimila litri da riempire elettronicamente. Inoltre ha affidato a un’altra impresa, l’Artigiana Satta Guido, i lavori per la posa di una rete con tubi di polietilene per raggiungere tutte le fontanelle, gli spazi verdi, il caseggiato scolastico e il campo sportivo dove di recente è stato realizzato il galoppatoio. Unica pecca, la mancata autorizzazione per uso l’alimentare dell’acqua. Pertanto è stata già inoltrata ad Abbanoa la richiesta affinché passi nuovamente al Comune la sorgente di Pupujones, tra Ittireddu e Nughedu, un tempo la principale fonte idrica del paese. (b.m.)