La Nuova Sardegna

Sassari

Bufera sulla Uil, svuotato anche il conto di un bancario

di Daniela Scano
Bufera sulla Uil, svuotato anche il conto di un bancario

L’esposto di Cuccurese racconta l’escalation dei bonifici all’estero. L’istituto di credito: «Mai accusato nessuno»

12 luglio 2017
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SASSARI. Il linguaggio è asettico, come quando non si vuole lasciare spazio alle interpretazioni. Il Banco ha scoperto un ammanco, ha individuato il responsabile, lo ha licenziato e ha fatto le «doverose segnalazioni» a Bankitalia, nel rispetto della vigente normativa antiriciclaggio. «A tutela dell’interesse generale», sette mesi fa l’istituto di credito ha inoltre «ritenuto assolutamente indispensabile presentare un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari con la descrizione circostanziata e documentata di quanto emerso dalle verifiche ispettive». Accertamenti interni che sono stati conclusi dando un nome al responsabile delle ruberie.

Ecco la storia. «Alla fine dell’anno passato, il direttore della filiale di Villanova segnalò alla sua direzione di area alcune anomalie nelle procedure di bonifici all’estero. Gli accertamenti ispettivi hanno rilevato che le anomalie erano state importanti e gravi, tali da provocare il procedimento disciplinare definito con il licenziamento dell’impiegato autore dei bonifici. Contro questo provvedimento non è stata proposta opposizione alcuna nei termini previsti dalla legge».

Il messaggio finale è inequivocabile. «Nell’esposto è assente qualsiasi tipo di giudizio, valutazione o accusa nei confronti di privati o di istituzioni. Il Banco di Sardegna rimane in attesa dei risultati della indagine di polizia giudiziaria attualmente in corso». Punto.

Il polverone. Quattro giorni dopo l’esplosione del caso dell’ammanco da 306 mila euro nella filiale di Villanova Monteleone, il Banco di Sardegna rompe la consegna del “no comment” per mettere qualche punto fermo in un polverone che sta rendendo l’aria irrespirabile nella Uil regionale. Clima da resa dei conti e di veleni, di accuse e di sospetti nei confronti della leader del sindacato. Nel comunicato emesso nel primo pomeriggio di ieri il Banco di Sardegna non cita mai il sindacato, la sua segretaria Francesca Ticca e la sua stretta collaboratrice, moglie del bancario che ha fatto sparire i soldi. E tuttavia è chiaro che sono loro «i privati e le istituzioni» nei cui confronti il Banco afferma con chiarezza di non avere «espresso qualsiasi tipo di giudizio, valutazione o accusa». In altre parole, se qualcuno sta facendo dietrologie, questo non è stato l’istituto di credito che aspetta con pazienza l’esito dell’inchiesta trasferita dalla Procura sassarese alla Dda cagliaritana, competente per la violazione delle norme antiriciclaggio.

La diagnosi. Mentre la medicina ha già dato le sue risposte, demenza cronica e patologia pschiatrica irreversibile provocata da una neuropatia ultratrentennale non curata, manca la narrazione giudiziaria della deriva “criminale” di un impiegato insospettabile e irreprensibile. In attesa che lo faccia l’inchiesta, la vicenda è raccontata dall’esposto presentato il 20 dicembre del 2016 dal direttore generale del Banco, Giuseppe Cuccurese.

Dieci bonifici. Il documento ripercorre la vicenda di dieci bonifici a favore di istituzioni estere disposti, tra il 25 luglio e il 28 ottobre del 2016, nella filiale di Villanova e in quella di Putifigari. Dei conti svuotati e trasferiti all’estero c’è la firma dell’autore: l’impiegato “matricola 33298”. Questo identificativo e la causale “Consulting 49141”, sempre la stessa per tutte le operazioni, sono il filo di Arianna dei bonifici.

Matricola 33298. Con le credenziali dell’impiegato sono stati prosciugati il conto “Emergenza 2013” della Uil, contenente anche i soldi raccolti per gli alluvionati. È stato lui, utilizzando una utenza smart web di cui l’anziano correntista ignorava l’esistenza e perfino l’utilità, a incassare l’assicurazione vita di un signore di 86 anni. Sempre lui, nel settembre del 2016, ha sfilato dal conto e spedito all’estero 110 mila euro di un ignaro allevatore di Villanova Monteleone. Ancora lui, la “matricola 33298”, ha utilizzato il conto personale di sua moglie, stretta collaboratrice di Francesca Ticca, per farci transitare i soldi della Uil e quelli depositati sul conto nuorese della segretaria regionale del sindacato. Soldi poi volati a Ginevra, insieme ad altri ventimila pinzati dal conto corrente personale di un direttore della filiale di un paese vicino. Un vorticoso, pazzesco, gioco di bonifici fatti dalla “matricola 33298” dalla sua postazione e utilizzando le proprie credenziali, falsificando le firme dei clienti (comprese quelle di sua moglie e di Francesca Ticca), sbianchettando i documenti e poi nascondendoli in un cassetto della sua scrivania dove gli ispettori del Banco di Sardegna li hanno trovati nel novembre del 2016.

L’ispezione. C’è un’ ora precisa in cui il gioco è finito: le 12.12 del 21 ottobre 2016. Il bonifico di 41 mila euro dal conto di una coppia di correntisti su un conto di una banca di Bratislava viene autorizzato dalla postazione di “matricola 33298”, ma alle 12.54 l’operazione viene annullata dalla postazione di un suo collega. Alle 12.59 un bonifico analogo a quello annullato viene annullato dallo stesso collega dell’impiegato. Tre giorni dopo, il 24 ottobre, “matricola 33298” viene chiamato dal suo direttore a dare spiegazioni sui bonifici fatti a insaputa dei clienti. Appena esce dal suo ufficio, l’uomo “richiama” i due bonifici dalla sua postazione con causale “ripensamento”. In banca scatta l’ispezione ma i colleghi del bancario non sanno che, in famiglia, il comportamento dell’uomo ha fatto scattare altri accertamenti.

Verifiche cliniche che hanno diagnosticato una situazione neurologica e psichiatrica devastante. “Matricola 33298” ora è un invalido civile, incapace di intendere e di volere. Un uomo totalmente indifferente alla tempesta perfetta che ha provocato: in famiglia e in un sindacato regionale.

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