La Nuova Sardegna

Sassari

«Il Segni diventi subito di primo livello»

di Barbara Mastino
«Il Segni diventi subito di primo livello»

Grande manifestazione in piazza per l’ospedale convocata dal sindaco. Le rassicurazioni della Regione non convincono

29 luglio 2017
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OZIERI. Ozieri, come Alghero, non molla la presa sulla richiesta di attribuzione - subito - della classificazione a presidio ospedaliero di primo livello, e non si fida del tutto delle rassicurazioni arrivate ieri dalla Regione in merito a un’attribuzione a far data dal 2019. Lo ha dimostrato ieri scendendo in piazza a migliaia, con cittadini e rappresentanti istituzionali e il vescovo, operatori sanitari, sindacati e associazioni, della città e di tutto il territorio del Logudoro e del Goceano, nella manifestazione popolare convocata dal sindaco Marco Murgia con corteo dai giardini del Cantaro a piazza Carlo Alberto. «Siamo tutti qui in difesa dell’ospedale Segni e del sistema sanitario pubblico», ha detto Murgia.

Il monitoraggio. Quello che non convince della nuova bozza della riforma della rete ospedaliera, è stato detto in tutti gli interventi, è il fatto che per ottenere la classificazione di primo livello i due ospedali dovranno essere sottoposti, nei prossimi due anni, a un «monitoraggio in relazione alle esigenze epidemiologiche e demografiche» ovvero saranno sotto la lente di ingrandimento e non potranno, letteralmente, “sbagliare un colpo”.

Numeri in crescita. Ozieri, in questo momento, tiene i suoi numeri invariati e anzi fa registrare in alcuni settori, come quello degli interventi chirurgici, un incremento rispetto allo scorso anno. Numero che potrà solo ulteriormente salire quando saranno finalmente aperte le nuove sale operatorie: la data si avvicina, dal momento che i lavori sono terminati e si devono completare solo alcune rifiniture e le pulizie, per cui ci si aspetta di riuscire a rendere le sale utilizzabili prima di Ferragosto.

“Inefficienza programmata”. Ma lo spettro del fallimento è sempre in agguato, poiché si teme quella che da più parti è definita una inefficienza programmata: basterebbe spostare qualche macchinario qua e là, non inviare sostituzioni al personale, “dimenticarsi” di fornire medicinali o presidi che in men che non si dica i numeri crollerebbero di colpo. Uno spettro temuto anche ad Alghero, dove nonostante l’apparente ottimismo di ieri c’è chi, come il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde, parla di «monitoraggio delle esigenze epidemiologiche e demografiche che proseguendo questa deriva di abbandono saranno ovviamente negative».

I dubbi di Ozieri e Alghero. Parole simile a quelle sentite ieri a Ozieri ieri mattina, quando c’è stato un sopralluogo in ospedale del consigliere regionale sempre di Fi Edoardo Tocco, accompagnato dal sindaco (Pd) Marco Murgia, da alcuni esponenti locali di Fi e del consiglio comunale e da operatori dell’ospedale. Una visita a titolo personale, ha specificato Tocco, che è anche vicepresidente della commissione regionale Sanità ed è uno dei sostenitori della necessità di salvaguardare i piccoli ospedali come presidi principali dei territori dell’interno.

Le eccellenze. «Desideravo conoscere da vicino la realtà del Segni di Ozieri e sono rimasto a dir poco stupefatto – ha detto il consigliere Tocco – davanti a tanta efficienza, a reparti nuovi o che nuovi appaiono, a vere e proprie eccellenze specialistiche e peculiarità (esempio su tutti la radiologia interventistica extravascolare, unica in Sardegna oltre a quella di Cagliari, ma anche un’efficientissima genetica medica), a numeri rilevanti in termini di visite, esami e cure effettuati. E tutto nonostante le evidenti carenze in termini soprattutto di presenza di personale. Ospedali come il Segni di Ozieri sono realtà importantissime per la nostra isola, e credo che non possa essere assolutamente messa in discussione, e anzi debba essere decretata subito, la classificazione di primo livello del presidio unico Ozieri-Alghero». Ed è proprio questa la battaglia che il territorio, quello di tutto il Sassarese, sta combattendo ancora, e continuerà a combattere per evitare quel «monitoraggio» che a troppi appare solamente come il semplice rinvio di un declassamento.

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