La Nuova Sardegna

Sassari

A Santa Maria piovono calcinacci

di Antonio Meloni
A Santa Maria piovono calcinacci

Inascoltati gli appelli dei frati e tra 10 giorni c’è la Faradda Mercoledì intervento dei vigili. Palco delle autorità a rischio

04 agosto 2017
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SASSARI. Il danno in sé sembra poca cosa, le conseguenze, invece, potrebbero complicare l’allestimento del palco riservato alle autorità il 14 notte, in occasione della cerimonia del Voto all’Assunta. Nella chiesa di Santa Maria di Betlem si è verificato l’ennesimo crollo di calcinacci, è successo mercoledì sera durante la funzione delle 19, quando una cascata di materiale terroso è venuto giù dalla volta della cappella di Sant’Antonio.

Dopo il comprensibile spavento dei fedeli che in quel momento partecipavano alla funzione, i frati, guidati dal guardiano padre Silvano Bianco, hanno avvertito immediatamente i vigili del fuoco che hanno subito provveduto a isolare l’area con il nastro biancorosso. Ieri mattina, durante un sopralluogo congiunto, uomini del 115, funzionari dell’ufficio tecnico del Comune e unità della polizia locale, hanno provato a formulare le prime ipotesi relative al nuovo preoccupante episodio in una delle chiese più belle e amate di Sassari. Sembrerebbe che il cedimento sia dovuto a un’infiltrazione sulla copertura esterna dell’ultima cappella a sinistra prima dell’altare maggiore, proprio quella dedicata al Santo di Padova. Le piogge dell’inverno scorso potrebbero avere infiltrato la volta e il gran caldo di questi giorni deve avere fatto il resto. Ieri i vigili del fuoco sono saliti con l’autoscala e hanno intravisto i segni di quella che potrebbe essere un’infiltrazione, ma non hanno potuto dire di più perché proprio in quel punto i rami degli alberi impediscono la visuale. Tra le ipotesi al vaglio, c’è la possibilità di fare un’ispezione con il drone in dotazione alla polizia locale grazie al quale si potrebbero fare foto e filmati da distanza ravvicinata. Per i tecnici del Comune sarebbe molto utile per capire bene cosa può avere provocato il crollo e soprattutto per rimettere in sicurezza l’area. Proprio sotto la cappella di Sant’Antonio viene montato il palco che ospita le autorità la sera della Discesa e qualora non si riuscisse a risolvere il problema, per quanto ampia la navata, l’edificio non offre alternative. Insomma, se l’episodio in sé parrebbe poca cosa, potrebbe invece avere delle conseguenze più serie nell’organizzazione della funzione che chiude la Faradda. La peggiore delle ipotesi è la chiusura della cappella di Sant’Antonio, la più amata, quella che determina l’afflusso di fedeli a Santa Maria. Tecnici e vigili confidano di riuscire a risolvere il problema per tempo, sta di fatto che l’area, attualmente, è interdetta fino a nuovo ordine. Non è la prima volta che a Santa Maria si verificano episodi simili, due anni fa era toccato alla volta della navata centrale dalla quale erano caduti dei calcinacci, poche settimane dopo era stata sistemata la rete protettiva che ancora oggi ricopre la volta. Poi era venuta giù una porzione del rosone che orna la facciata, i frati, pur temendo il peggio, avevano sperato che l'episodio potesse in qualche modo richiamare l’attenzione sulle condizioni del convento. La notizia aveva suscitato sorpresa e preoccupazione, poi più niente. Intanto l’umidità ha continuato a proseguire il suo corso silenzioso iniziato molti anni fa, compromettendo pareti, squarciando tetti e creando, nel complesso, una situazione allarmante. Le condizioni più gravi sono quelle degli ambienti sopra il chiostro del 1200, in totale stato di abbandono: pareti lesionate, tetti squarciati con travi a vista che offrono riparo ai piccioni. Il disastro provocato dall’umidità non ha risparmiato neanche l’atrio che precede la biblioteca e la sala “Sisco”. Insomma, a Santa Maria pare davvero arrivato il momento di un restauro generale e non solo perché si tratta di uno degli edifici sacri più antichi dell’Isola, ma anche perché la chiesa, che occupa un posto speciale nel cuore dei sassaresi, ha un valore simbolico pregnante. Santa Maria ha conosciuto padre Francesco Zirano e padre Antonio Sisco, è sede di alcune corporazioni e ultima tappa della discesa dei Candelieri. La sera del 14 agosto, diventa luogo per eccellenza dello scioglimento di quel Voto che nei secoli ha riunito il clero e le istituzioni nel ringraziamento all’Assunta per la peste scampata.

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