La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, dall'ufficio corpi di reato rubati anche gioielli e vestiti

Sassari, dall'ufficio corpi di reato rubati anche gioielli e vestiti

Oltre agli stupefacenti, Cuccuru si impossessava di oggetti di valore

13 agosto 2017
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’indagine che l’8 marzo portò all’arresto di Cuccuru e Martini era scattata in seguito a una segnalazione che proveniva dagli ambienti interni del tribunale. Un messaggio con indicazioni molto chiare che faceva riferimento ad alcuni ammanchi nell’Ufficio corpi di reato. Si parlava, in particolare, di droga ma anche di altre cose sparite o che comunque non si trovavano più nel posto dove – secondo i documenti depositati in cancelleria – dovevano stare.

A quel punto erano partite le indagini e l’attenzione dei carabinieri del Nucleo investigativo si era concentrata in particolare su Cuccuru, che lavorava proprio in quell’ufficio, e su Martini, autista della Procura. I due – colleghi e amici, che spesso stavano insieme – sono stati monitorati e pedinati durante i loro spostamenti. Un lavoro con sistemi tradizionali che ha consentito di avere conferme su alcune attività compiute dai due, ma anche di raccogliere informazioni precise sui loro movimenti e in particolare sugli accessi negli uffici del tribunale. Come ha spiegato ieri il capitano Pinna, l’ufficio corpi di reato è strutturato in due diversi ambienti. Quello interessato dall’inchiesta è dove vengono custoditi gli oggetti di valore, in appositi plichi e dentro contenitori blindati.

«Cuccuru aveva l’accesso a quella stanza, possedeva le chiavi e non è stato quindi difficile prendere i reperti destinati alla distruzione perché magari il processo era chiuso o perché era stata disposta l’archiviazione». A quanto pare l’impiegato «aveva trovato il sistema per togliere i sigilli dai plichi senza dare nell’occhio». Quel chilo di cocaina che lo ha fatto finire nei guai insieme a Martini, ad esempio, faceva parte di una partita di droga da 24 chili.

«Era divisa in panetti e lui ne prendeva un po’ da uno e un po’ dall’altro», ha spiegato il capitano Pinna. In questo modo il peso aveva solo delle lievi oscillazioni che potevano quindi non destare sospetti negli altri colleghi. Poi i due trovavano i clienti per smerciare. «Il peculato è stato contestato – ha aggiunto Fanara – proprio perché i due si sono appropriati di un bene che era nella loro disponibilità in virtù del fatto che lavoravano per quell’ufficio». (na.co.)
 

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative