La Nuova Sardegna

Sassari

«Consorzio, Taula glissa sui veri problemi»

«Consorzio, Taula glissa sui veri problemi»

I sindacati tornano all’attacco del presidente del Cip: gestione fallimentare e nessuna vera risposta

25 agosto 2017
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SASSARI. Continua il corpo a corpo tra Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil e i vertici del consorzio industriale provinciale di Sassari. Dopo il primo attacco dei tre sindacati infatti, che avevano bocciato i progetti di rilancio dell’ente e del polo industriale del nord ovest dell’isola accusando il presidente Pasquale Taula di immobilismo e scarsa condivisione delle strategie, Taula aveva rimandato al mittente le critiche, sottolineando come i quattro progetti identificati dal Consorzio (il revamping del depuratore consortile, la macroisola per la nuova industrializzazione di Porto Torres, l’hub per lo stoccaggio del Gnl, il polo tecnologico dell’innovazione LiteHouse a San Marco), ideati di concerto con gli Enti soci erano reali e non sogni.

Risposta considerata insoddisfacente dai sindacati, che tornano all’attacco: «Le considerazioni del presidente del Cip che ripropongono, di fatto, la descrizione di progetti da noi già valutati poco realistici e per certi versi aleatori, non fanno altro che convincerci ancor di più del nostro giudizio che vede fallimentare la gestione, non solo della società in house Asa Srl, ma dell’intero Consorzio».

«Tali progetti – sottolineano Gianfranco Murtinu per Filctem-Cgil, Luca Velluto per Femca-Cisl e Giovanni Tavera per Uiltec-Uil – non risultano, allo stato attuale accompagnati dai necessari finanziamenti ne si conoscono i tempi di realizzazione. Inoltre, nei propri commenti, il management del consorzio glissa volutamente sulle questioni più stringenti, cioè sulle azioni immediate da realizzare per recuperare i margini persi sui volumi dei rifiuti da conferire nelle discariche e sui reflui liquidi da trattare nei depuratori sotto loro gestione. «Infine – chiudono i tre dirigenti sindacali – liquida troppo frettolosamente il tema della gestione del proprio personale: non esiste uno schema organizzativo chiaro di riferimento in cui sia evidente chi fa che cosa e con quale inquadramento professionale; in alcuni casi i livelli professionali, infatti, risultano scandalosamente inadeguati e ai lavoratori non viene nemmeno riconosciuta la retribuzione legata agli accordi di secondo livello. La politica locale, di cui i consiglieri del Consorzio Industriale sono espressione, dovrebbe riflettere sull’attuale condizione gestionale e intervenire per modificarne l’impostazione per il bene dell’Ente, del territorio in cui opera e dei lavoratori che da esso dipendono

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