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Sassari, l’attesa è finita: ecco la nuova chiesa del Gesù Buon Pastore

di Antonio Meloni
Sassari, l’attesa è finita: ecco la nuova chiesa del Gesù Buon Pastore

Dopo 17 anni la cerimonia di dedicazione della chiesa parrocchiale. L’abbiamo visitata in anteprima

10 settembre 2017
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SASSARI. L’attesa è stata lunga, visto che è durata oltre diciassette anni, ma adesso la nuova chiesa di Gesù Buon Pastore è una realtà che si apre ai suoi parrocchiani con la solennità che un tale avvenimento merita. Con la cerimonia di dedicazione dell’edificio sacro appena consegnato alla Curia, si conclude finalmente una lunga storia di fede, burocrazia e di pazienza. Una storia cominciata nel Duemila, quando il Comune di Sassari concesse alla diocesi un ettaro di terreno nel quartiere di Baddimanna per realizzare una chiesa che avrebbe dovuto rispondere in modo adeguato alle esigenze spirituali di diecimila fedeli.

Stasera l’arcivescovo di Sassari, padre Paolo Atzei, presiederà con il parroco Giovanni Maria Morittu la messa stazionale che alle 18.30, partendo dalla vecchia chiesetta di via Ariosto, seguita in processione da tutti gli abitanti del quartiere, raggiungerà il nuovo tempio appena consegnato in piazza della Meridiana.

Il cerimoniale religioso prevede che all’arrivo, l’arcivescovo consegni le chiavi al parroco il quale ritualmente apre la chiesa per ospitare i fedeli.

I dettagli della storica cerimonia, un autentico avvenimento per gli abitanti del quartiere, sono stati illustrati alla stampa venerdì mattina, nella nuova chiesa, da don Pierangelo Muroni, direttore dell’ufficio liturgico diocesano, affiancato dai progettisti Francesco De Rosa, Giovanni Pinducciu e dal direttore dell’ufficio Edilizia di culto della diocesi turritana, Luigi Corona. La conferenza stampa è stata l’occasione per visitare in anteprima il tempio sacro.

La nuova chiesa è in stile moderno, ma le linee sono semplici, in sintonia con le indicazioni della Conferenza episcopale italiana e con il nuovo corso avviato da Papa Francesco qualche anno fa. Semplici sono anche i materiali impiegati per costruire l’edificio e le sue pertinenze: pietra, legno e ferro. L’elemento architettonico più evidente è la copertura a capriate, realizzata in legno lamellare, che conferisce all’ambiente interno un’atmosfera calda e accogliente. Lo sfondo è caratterizzato da un dipinto policromo di grandi dimensioni che raffigura Gesù Buon Pastore con una pecorella sulle spalle. Strettamente connessi al significato di questa immagine i bassorilievi scolpiti su marmo di Orosei, dagli artisti Franco Farina e Mario Gaspa (presenti all’incontro), sul fronte dell’altare e sulle pareti dell’ambone.

Si tratta del memorabile episodio della Genesi che racconta la vicenda di Abramo fermato dall’angelo del Signore nell’atto di pugnalare il figlio Isacco come prova di fede incondizionata verso Dio.

Sull’ambone, invece, due scene, protagonisti i profeti Ezechiele e Geremia, che hanno stretta attinenza con il senso del grande quadro dietro l’altare. Accanto all’ingresso sono stati sistemati il fonte battesimale e la cappella della riconciliazione mentre di lato, prima dell’altare, c’è lo spazio per il coro e dall’altra la sacrestia. L’accesso alla chiesa è garantito da tre ingressi, uno centrale e due laterali.

«Ci si chiede spesso quante persone possa contenere una nuova chiesa – ha detto don Pierangelo Muroni –, ma la chiesa è uno strumento di comunicazione della fede, non una scatola e ciò che conta è il messaggio che si vuole trasmettere».

Una piccola corte interna separa l’edificio sacro dalla canonica e da un locale adibito al ministero pastorale dove saranno realizzate le aule per la catechesi e una biblioteca. Naturalmente l’arredo esterno è ancora tutto da organizzare, fatta eccezione per quattro piante di ulivo sistemate di lato.

L’opera, realizzata dall’impresa Ticca, è costata due milioni di euro di cui il 75 per cento stanziato dalla Cei grazie alla destinazione dell’8 per mille, il resto da Comune, diocesi e parrocchia. Al riguardo, una menzione speciale merita la compagnia teatrale “Le pecorelle smarrite” che grazie all’attività artistica ha ricavato una somma cospicua da devolvere alla costruzione della nuova parrocchiale. Quanto gli abitanti di quella parte di città abbiano desiderato, negli anni, la nuova chiesa è facile immaginarlo ripercorrendo le numerose tappe che hanno caratterizzato la lunga vicenda della sua costruzione.

L’edificio è stato realizzato in due anni e mezzo, ma la storia è molto più lunga e comprende, fra le altre cose, un fermo di quattro anni, dal 2012 al 2016, per questioni legate all’attività dell’amministrazione comunale.

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