La Nuova Sardegna

Sassari

Timidi segnali di ripresa nel comparto dell’ippica

di Francesco Squintu
Timidi segnali di ripresa nel comparto dell’ippica

L’ippodromo di Chilivani ha visto migliaia di appassionati per il Derby Sardo Dalla crisi di 3 anni fa si è passati a un aumento del 25% del parco cavalli da corsa

21 settembre 2017
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OZIERI. L’ippodromo “Don Deodato Meloni” di Chilivani è un vecchietto arzillo e pimpante nonostante i tanti anni, quasi un secolo, sul groppone. Il derby sardo, riservato ai cavalli a fondo arabo, svoltosi sabato ha richiamato sugli spalti tantissimi appassionati e lo stesso dovrebbe succedere sabato prossimo con il sessantesimo gran premio sardo riservato agli anglo arabi e con il criterium riservato ai purosangue inglesi.

Certo non si può nascondere che l’intero mondo dell’ippica abbia attraversato una crisi devastante ma forse si inizia a intravedere qualche timido segnale di ripresa. Una media di duemilacinquecento spettatori e una media di concorrenti tra le più alte in Italia mettono la struttura ozierese al fianco di ippodromi certamente più importanti e blasonati. A ciò si deve aggiungere anche un monte scommesse in netto aumento sia in campo regionale che nazionale.

Tutto bene quindi? Non proprio, poiché la difficoltà degli anni scorsi, l’incertezza del futuro e un impoverimento del deposito stalloni dell’incremento ippico di Ozieri, che aveva una funzione vitale nella selezione dei cavalli e nella salvaguardia delle linee di discendenza, hanno portato negli anni 2013/2014 a una sensibile contrazione delle nascite e quindi a una notevole riduzione oggi dei cavalli di tre anni impegnati nelle gare. La notizia positiva è però che un’inversione di tendenza c’è stata e a dimostrarlo è un 25 per cento di aumento del parco cavalli da corsa. «Quando l’allevatore è incerto su quello che sarà il proprio futuro, nonostante la grande passione che nel nostro settore ha sempre fatto da traino – ha detto Nicola Fois, presidente della Ippodromo Chilivani, società di gestione del Comune di Ozieri – smette di investire e di allevare il cavallo da corsa che richiede sforzi economici e sacrifici». Il piano triennale regionale di sostegno a tutto il comparto, in scadenza quest’anno, aveva appianato questa incertezza e fatto ripartire, seppur lentamente, la macchina. «Oggi è necessario più che mai, per non disperdere al vento le iniezioni di fiducia che la regione ha dato con quel piano, dotarsi di una legge regionale che stabilizzi i fondi da erogare annualmente – ha detto Gaetano Ledda, consigliere regionale e allevatore –. Le proposte di legge ci sono ed hanno persino compiuto l’iter burocratico. Quest’autunno si dovrà farle passare in commissione – ha concluso – e portarle in Consiglio senza attendere oltre».

A ben guardare, ciò che potrebbe dare la spinta definitiva di rilancio, come al solito sono gli investimenti oculati e mirati. Promozione, formazione e infrastrutture è quello che oggi chiedono a gran voce i giovani allevatori che stanno con coraggio rimettendosi in pista. Un cavallo come Vintinoe della scuderia dei giovani fratelli Chessa di Tula («Vincerebbe anche a retromarcia!!! », dicono alcuni appassionati) meriterebbe certamente platee più prestigiose, ma «portare i cavalli a correre fuori dall’isola nel periodo estivo – ha aggiunto Fois – è un impresa titanica poiché oltre ai costi si deve combattere con la regolare indisponibilità dei posti sulle navi. Sulle infrastrutture invece dovremmo migliorare grazie a un finanziamento Argea per i tre ippodromi sardi. Potremo apportare interventi e migliorie nella struttura. Gestiamo l'ippodromo da due anni e grazie al grande lavoro di tutte le persone che lavorano nella società, possiamo ben dire che la nostra scommessa per ora è stata vinta».

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