La Nuova Sardegna

Sassari

A Santa Maria ora crollano gli stucchi

di Antonio Meloni
A Santa Maria ora crollano gli stucchi

L’umidità ha fatto cedere le decorazioni sulla volta del Coro. Saranno abbattuti due alberi per spurgare le gronde

22 settembre 2017
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SASSARI. Quella dei crolli nella chiesa di Santa Maria di Betlem, la chiesa dei Candelieri, rischia di trasformarsi in una storia infinita. Ieri mattina una consistente porzione di gesso si è staccata dalla volta del Coro, dietro l’altare maggiore, proprio dove stanno i cantori che accompagnano le funzioni. Poco dopo le 10, il padre guardiano, Silvano Bianco, è entrato per sistemare alcune cose e con sorpresa ha notato diversi pezzi di gesso sparsi sul pavimento, sul banco del coro ligneo e su uno sgabello. Immediata la segnalazione alla Soprintendenza che nel pomeriggio ha mandato due funzionari, stretti collaboratori della dottoressa Daniela Scudino che segue la vicenda fin dal primo crollo.

A cedere, stando alle prime ipotesi, la decorazione che affianca la cornice superiore di un affresco al centro della volta, una parte dell’edificio sulla quale, solo otto anni fa, era stato fatto un intervento di restauro. Cosa abbia provocato l’ennesimo crollo è difficile dirlo e a questo punto le ipotesi, formulate anche dai tecnici intervenuti ieri pomeriggio, sono diverse. L’umidità, negli anni, può avere creato problemi e indebolito l’antica struttura della chiesa, il gran caldo di queste estate può avere fatto il resto, le vibrazioni provocate dai recenti scavi del vicino cantiere in via Zirano potrebbero avere influito. Ancora, l’ostruzione dei canali di gronda può avere spinto l’umidità fino a compromettere la volta.

Si tratta di ipotesi, da prendere con le pinze, ma questo invece che rassicurare i frati e accontentare cittadini e fedeli genera solo ansia e preoccupazione. Ci si chiede infatti quale sia il problema all’origine di tutti questi cedimenti anche perché, in sintesi, ciò che conta non è tanto la consistenza delle porzioni che vengono giù, quanto la ricorrenza di episodi quantomeno allarmanti. Ora a preoccupare è il tondo che ritrae la Madonna Assunta, proprio sopra l’altare, a poca distanza dalla decorazione che ha ceduto ieri. Il dipinto, infatti, mostra in più punti alcune deformazioni dello strato superiore: «Un segnale abbastanza chiaro - hanno spiegato i tecnici – del fatto che l’umidità è arrivata fin lì». Riguardo agli interventi, purtroppo nell’immediato, non si potrà fare altro che sistemare la terza rete protettiva dopo quelle piazzate a riparo della navata centrale e della parte sotto il cupolone.

Insomma, Santa Maria più che una chiesa assume sempre più la parvenza di una trincea, ma non è ancora tutto. Nei prossimi giorni, infatti, saranno abbattuti due alberi, un leccio e un lauro, che affiancano la parete laterale. I problemi sono almeno due: pare che gli operai non riescano a montare le impalcature per spurgare i canali di gronda sulla copertura dietro le cappelle di Sant’Antonio e del gremio dei Sarti. Inoltre gli alberi farebbero ombra alle vecchie pareti e impedirebbero ai raggi del sole di asciugare le mura inumidite.

Riguardo all’abbattimento non ci sarebbero vincoli di sorta perché non si tratta di piante storiche o pregiate. Di certo c’è, invece, che l’assenza di questi bellissimi alberi modificherà la fisionomia della piazza e qui nasce spontanea un’altra domanda: è possibile che non ci sia un altro rimedio? E, ancora, fino a quando si procederà a tentoni per cercare una soluzione a un problema che tocca la chiesa-simbolo di Sassari? Forse è il caso di cominciare di dare gambe alla proposta formulata di recente da padre Paolo Atzei: un tavolo tecnico composto da Soprintendenza e Curia, Comune, Regione e Fondazioni varie per avere un finanziamento consistente e restituire Santa Maria alla città una volta per tutte.

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