La Nuova Sardegna

Sassari

Un dissalatore nel progetto chimica verde

La rimodulazione del Protocollo d’intesa è stata chiesta dai consiglieri regionali Psd’Az-La Base

01 ottobre 2017
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PORTO TORRES. Una rimodulazione del protocollo d’intesa sul progetto chimica verde – considerando che non è più previsto l’investimento sulla centrale a biomasse – finalizzato alla costruzione di un dissalatore per usi civili e industriali. Lo chiedono i consiglieri regionali del Psd’Az-LaBase con una mozione indirizzata al presidente della Regione Francesco Pigliaru e agli assessori dell’Industria, dell’Ambiente e dell’Agricoltura. Una riscrittura da fare con l’Eni e il governo, dunque, dove vengano impegnate le risorse a suo tempo destinate alla realizzazione della centrale, in studi, progetti e opere finalizzate a combattere l’emergenza idrica dei territori del nord ovest dell’isola. Il documento è stato presentato in consiglio regionale dal segretario dei sardisti, Christian Solinas (primo firmatario) e dai consiglieri del gruppo Psd’Az-LaBase, Gaetano Ledda e Giovanni Satta, e ripercorre le varie fasi della vicenda chimica verde. Uno dei passi più importanti riguarda la contrarietà all’ipotesi formulata dall’assessore dell’Industria per rimodulare, a favore del progetto di metanizzazione della Sardegna, i 230 milioni di euro a suo tempo destinati proprio per la realizzazione della centrale a biomasse che Eni non intende più costruire. Il partito dei Quattro Mori propone invece che la destinazione delle somme vada al finanziamento di opere da realizzare nel territorio del Sassarese e finalizzate a fronteggiare la grave crisi idrica: cominciando dalla costruzione di un dissalatore a Porto Torres, ipotesi già prospettata nei mesi scorsi dal dirigente nazionale sardista Gavino Gaspa. ""Chiediamo che le risorse siano investite nel processo di riqualificazione, riconversione e bonifica del polo industriale di Porto Torres e in interventi a carattere sociale nel territorio della Sardegna nord occidentale - dice il segretario Psd’Az – ed in particolare che Eni s’impegni a creare un centro ricerche che studi e valuti tutte le tecnologie innovative per portare a “sistema” e razionalizzazione il ciclo completo delle acque, siano esse di prima pioggia che bianche e reflue, oltre alla promozione e uso di fonti idriche alternative, in primis quelle relative ai processi di dissalazione delle acque marine"". Il fatto che Eni realizzerà un impianto fotovoltaico da 31 mw di potenza, inoltre, secondo Solinas potrebbe essere l’occasione giusta per destinare una parte dell’energia prodotta in eccesso dall'impianto ad abbattere i costi energetici di un dissalatore. (g.m.)

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