La Nuova Sardegna

Sassari

Associazione del Rimedio, si dimette mezzo direttivo

di Barbara Mastino
Associazione del Rimedio, si dimette mezzo direttivo

Una decisione presa in seguito alle «troppe critiche e alle troppe responsabilità» A fine mese l’assemblea dei soci che potrebbe indire elezioni straordinarie

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OZIERI. «Cinque anni stupendi, ma adesso siamo troppo stanchi». Si riassume in queste poche parole la motivazione che ha spinto ben otto, su sedici, componenti del direttivo della società e associazione Beata Vergine del Rimedio a rassegnare le dimissioni. Un “blitz” inaspettato per alcuni colleghi del direttivo, ma che era nell’aria da tempo. Già nei giorni della festa ma anche nell’estate immediatamente precedente, quando i segnali di stanchezza da parte di alcuni componenti del comitato, in particolare quelli che occupano le cariche più delicate, erano apparsi evidenti alle persone vicine e non solo. Troppe le cose da fare - sostengono i dimissionari -, troppe le responsabilità, troppi i rischi soprattutto in quest’anno che ha visto un aumento esponenziale delle misure di sicurezza e conseguentemente dei costi. Troppe le critiche, troppi coloro che dicevano «io farei così» senza avere la minima idea di tutto il lavoro che sta dietro all’organizzazione di una festa che ha un bilancio che si aggira sui 50mila euro e che quest’anno ha visto sbocciare da un giorno all’altro nuove spese, nuovi obblighi, nuovi imprevisti. La festa è stata un successo, e il bilancio è perfettamente in attivo. «Non avremmo lasciato il consiglio se fosse ci fosse stato anche solo un euro di rosso», dicono a una sola voce i dimissionari, che si dicono «sicuri della decisione e lieti di passare la mano ad altri soci (nel Rimedio sono più di 200, ndr) o magari a qualche gruppo di giovani che si voglia occupare dell’organizzazione della 125esima edizione della sagra». Decisione irrevocabile, hanno detto i dimissionari, ma dovrà comunque essere l’assemblea dei soci a ratificarla ed eventualmente, visto che il direttivo ha perso la metà dei proprio componenti, a decidere di indire elezioni straordinarie in anticipo rispetto alla data prevista, dicembre del prossimo anno. L’assemblea è convocata per domenica 29 ottobre, e sino a quella data i soci avranno tutto il tempo per pre-consultarsi e per ipotizzare quale potrà essere il futuro della società, anche cercando di coinvolgere nuovi iscritti, magari giovani, che potranno andare a comporre il direttivo che uscirà dalle eventuali nuove elezioni. Comporre il direttivo ma non solo: l’impegno più gravoso è quello dell’organizzazione della festa di settembre, una mole di lavoro troppo grande per un gruppo composto, tra consiglieri, altri soci ed esterni volenterosi, da meno di venti persone con solo cinque-sei persone che alla fine si accollano il grosso del lavoro. Una festa che si organizza lungo tutto il corso dell’anno, e che ha come primo impegno quello della raccolta dei fondi necessari attraverso eventi di autofinanziamento e richiesta di offerte e sponsor. Un lungo lavoro che da oggi sarà gestito da altri. «Restiamo soci della società religiosa e dell’associazione – dicono gli otto dimissionari – e saremo a disposizione per dare una mano e consigliare chi prenderà il nostro posto. È stata una bellissima esperienza, ma ora deve finire: dobbiamo tornare a occuparci delle nostre famiglie e del nostro lavoro».

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