La Nuova Sardegna

Sassari

Vigili del fuoco, prima volta in borghese

di Luigi Soriga
Vigili del fuoco, prima volta in borghese

Niente divisa dopo il no del comandante: «Ci dispiace molto, per noi sfilare in uniforme è sempre stato motivo di orgoglio»  

09 ottobre 2017
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SASSARI. Anche la Madonnina del Latte Dolce ha dovuto fare i conti con la politica di austerity dei vigili del fuoco. Dopo vent’anni si è dovuta accontentare di otto portatori modello base: a sorreggerla sempre le stesse braccia forti, la stessa passione e affetto. Ma alla sfilata mancano gli optional delle divise e dei caschi, sostituite da anonime t-shirt e jeans. Insomma, la processione della Vergine degli infermi e dei sofferenti, in questa versione in borghese, senza i pompieri in abito ufficiale, ha perso un pizzico di colore e suggestione.

Il problema è che la cerimonia religiosa dopo vent’anni è diventata “inappropriata” per una rappresentanza istituzionale da parte dei vigili del fuoco. Non ha i requisiti per giustificare la presenza delle uniformi. Così il comandante Mario Falbo non ha autorizzato i propri uomini a indossarla. Tutti liberi di partecipare alle manifestazioni, ma con i propri abiti. E così hanno fatto gli otto vigili che hanno scortato ugualmente la Madonnina. «Nessuna polemica col comandante – dicono – il quale si è limitato ad attenersi alle direttive ministeriali che vorrebbero contingentare la presenza delle divise nelle manifestazioni. Certo, prendiamo atto della decisione e la rispettiamo, ma al tempo stesso ci dispiace molto dover interrompere una tradizione della quale andiamo fieri. Esibire la nostra divisa in questa sentita occasione religiosa per noi è sempre stato un motivo di orgoglio. Perché è un modo per ribadire il rapporto stretto tra il nostro corpo e la comunità nella quale operiamo. I vigili del fuoco sono molto amati dalla gente, e anche in queste cerimonie si percepisce l’affetto nei nostri confronti. Poi per carità, ognuno di noi, come da vent’anni a questa parte, si è preso il giorno libero o una giornata di ferie per presenziare alla processione. Ma sarebbe ipocrita dire che tra sfilare in borghese, o in uniforme, le cose non cambino ». Nella chiesa, durante la celebrazione di don Giovanni Lubinu, non c’è un posto libero. C’è molta gente anche nel piazzale della chiesa. L’associazione La Sorgente con i suoi volontari e i tanti disabili in carrozzina. La banda musicale, i gruppi folk, e una folla di devoti. Un quartiere che rende omaggio alla sua santa. In questa cornice che si rinnova da decenni mancano sono le divise, che rappresentano un segno di riconoscibilità dei vigili del fuoco e sanciscono un sodalizio religioso e laico indissolubile. Ma dietro le ragioni di facciata, che possono essere di carattere organizzativo, di rispetto delle regole, di appropriatezza di un evento, ci sono anche dei dietro le quinte. A svelarle ci pensa il sindacato. Quindi dopo la versione soft dell’inciampo diplomatico, ecco quella più pepata raccontata dal Conapo. Il dito, in questo caso, è puntato sul feroce scontro all’interno della caserma tra il comandante Falbo e il personale. Il no alle uniformi, secondo il Conapo, potrebbe non essere del tutto casuale. «Dopo il partecipatissimo sciopero del 15 settembre – scrive il Conapo – arriva l’ennesimo colpo, ai vigili del fuoco del Comando ed alla cittadinanza. È un episodio che deve far riflettere e discutere, Sassari non merita un trattamento del genere, il personale dei vigili del fuoco in tutte le manifestazioni che hanno abbracciato la cittadinanza fino ad ora (sia laiche che religiose, nonché le ludiche per avvicinare i più piccoli) hanno sempre partecipato liberi dal servizio e a titolo gratuito, nonostante la dirigenza non abbia esitato a prendersene gli allori e se ne sia fatta lustro. Dopo 15 anni viene interrotto un sodalizio e in questo caso la mancanza di personale, a parere di questa organizzazione sindacale, nulla c’entra, così come “l’effettiva appropriatezza”dell’evento. Ora ci domandiamo quale sarà il prossimo passo?».

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