La Nuova Sardegna

Sassari

Latitante preso al bar davanti a un caffè

di Gianni Bazzoni
Latitante preso al bar davanti a un caffè

Bloccato dalla polizia l’ex collaboratore di giustizia Gianni Zirottu. Era scappato ad Alghero e girava su un’auto rubata

17 novembre 2017
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SASSARI. Dal 23 ottobre non aveva fatto rientro nel carcere di Alghero dove stava scontando una pena complessiva di 17 anni per reati contro il patrimonio (e altro) con scadenza prevista per l’agosto 2022. Un lungo periodo dietro le sbarre ancora davanti, quindi. Era latitante Gianni Zirottu, 53 anni, ex collaboratore di giustizia, uno dei personaggi tra i più noti in Sardegna per avere legato il proprio nome ad alcune vicende misteriose di interesse nazionale, e gli investigatori della squadra mobile di Sassari gli stavano dietro ormai da una ventina di giorni. L’hanno intercettato e arrestato mercoledì pomeriggio in corso Vico a Sassari. A tradire il latitante il rientro in città per incontrare l’anziano padre con il quale stava prendendo un caffè al bar. Dopo le formalità negli uffici della questura, Gianni Zirottu è stato trasferito nel carcere di Bancali a disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Sassari Angelo Beccu che coordina l’inchiesta.

L’ex collaboratore di giustizia aveva fatto perdere le tracce proprio la sera del 23 ottobre, quando aveva mancato il rientro nel carcere di Alghero. In quella occasione - secondo quanto emerso finora dalle indagini degli investigatori della Mobile guidati dalla dirigente Bibiana Pala - si era impossessato di un’auto rubata proprio nel centro catalano (e per questo verrà denunciato anche per furto). A bordo della Fiat Panda bianca, Zirottu si è spostato in diverse località della Sardegna - da Sassari alla Gallura e poi anche nella bassa Anglona - e la polizia sta cercando di ricostruire tutti i movimenti e i contatti che ha avuto dalla sera del 23 ottobre fino al giorno dell’arresto.

L’attività investigativa è ancora in pieno svolgimento, anche perché Gianni Zirottu durante la latitanza ha effettuato diverse operazioni utilizzando assegni senza copertura. Durante la perquisizione, gli agenti hanno recuperato un carnet nel quale sono rimasti solo tre assegni in bianco, gli altri a quanto pare sarebbero stati tutti utilizzati ma al momento è una sola la truffa scoperta con acquisti effettuati in una attività commerciale del Sassarese.

É molto probabile che anche gli altri assegni mancanti siano serviti per mettere a segno delle truffe (non è escluso che saltino fuori successivamente) ma su questi aspetti sono in corso una serie di verifiche.

Gli investigatori della squadra mobile sono impegnati anche a ricostruire gli incontri che il latitante può avere avuto con persone che sarebbero in fase di identificazione.

Non è chiaro se Gianni Zirottu stesse cercando il momento buono per lasciare la Sardegna o se invece intendesse proseguire con la latitanza cercando qualche luogo sicuro nell’Isola. Di certo a polizia gli stava dietro con insistenza da settimane e un paio di volte gli investigatori erano stati a un passo dal raggiungerlo.

É probabile che nelle prossime ore sul tavolo del pubblico ministero Angelo Beccu arrivi il rapporto integrativo della squadra mobile con ulteriori dettagli sugli spostamenti dell’ex collaboratore di giustizia e sulle possibili operazioni effettuate dal 23 ottobre fino a poco prima dell’arresto avvenuto a Sassari. L’incontro con il padre, infatti, poteva anche essere un momento concordato per il saluto prima dell’allontanamento dalla zona di Sassari che cominciava a diventare piuttosto problematica per Zirottu.

Non ci sono altri particolari, anche perché sono in corso una serie di riscontri e una attenzione specifica è rivolta a quegli assegni che mancano dal carnet del quale l’uomo è stato trovato in possesso. É molto probabile che gli assegni siano stati emessi con l’obiettivo di “recuperare” denaro pulito che Zirottu aveva intenzione di utilizzare per proseguire il periodo di latitanza. Eventuali sviluppi si potrebbero avere nei prossimi giorni.

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