La Nuova Sardegna

Sassari

Da Alitalia a Blue Air cambio con troppi disagi

Daniela Scano
Un aereo Blue Air
Un aereo Blue Air

PARLIAMONE - Volo poco confortevole, rischio di perdere la coincidenza e costi superiori per chi a Roma deve imbarcarsi su un altro aereo. La Regione batta i pugni sul tavolo

18 novembre 2017
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I passeggeri con le gambe lunghe se ne sono accorti prima ancora del decollo. Il volo Alghero-Roma è diventato meno confortevole. Sarà perché gli aerei della compagnia Blue Air sono più piccoli di quelli Alitalia e devono accogliere lo stesso numero di passeggeri. Visto che si tratta di una distanza relativamente breve, se fosse solo un problema di principio di anchilosi, il passaggio di cloche della continuità territoriale dal “Riviera del Corallo” all’aeroporto di Roma-Fiumicino sarebbe tutto sommato sopportabile. Il fatto è che i problemi sono ben altri, logistici ed economici, e meritano risposte e soluzioni tempestive.

Lo sbarco al terminal 3 e l’imbarco al terminal 2 di Fiumicino, per esempio. Chi fino a qualche giorno fa arrivava da Alghero con un volo Alitalia, scendeva al terminal 1 e se doveva imbarcarsi su un altro aereo faceva pochi passi. Una passeggiata. Oggi sbarchi al T3 e devi correre, non prima di avere recuperato i bagagli, con il rischio di perdere la coincidenza. Inoltre, se per scarsa conoscenza dei luoghi commetti l’errore di uscire dall’aerostazione, devi affrontare un nuovo controllo di sicurezza. A quel punto, la coincidenza è persa.

Poi c’è la questione del danno economico. Viaggiare Alitalia aveva abituato i passeggeri dell’aeroporto di Alghero a spendere meno per i cosiddetti “voli in prosecuzione”. Ovunque dovessi andare, facevi tappa a Fiumicino ma pagavi un solo biglietto, facevi un solo check in, imbarcavi i bagagli una sola volta. Oggi paghi due biglietti andata e ritorno (uno in continuità territoriale e l’altro a tariffa piena), fai doppio check-in, doppio (se non triplo) controllo di sicurezza, devi recuperare i bagagli e imbarcarli sul volo successivo, correre come un disperato alla ricerca del gate. Altro che continuità territoriale, è una corsa a ostacoli.

Per non parlare dei tanti sardi che avevano prenotato con Alitalia prima del passaggio a Blue Air e che non sono stati “protetti” con la nuova compagnia. Tagliati fuori, esclusi senza un perché.

I passeggeri ovviamente si lamentano, come sanno bene i politici-pendolari che in questi giorni si mimetizzano al gate per non dovere dare risposte ai compagni di viaggio inferociti. Questa situazione non è colpa loro, ovviamente, ma del mercato. E tuttavia la Regione, che ha assegnato il servizio evidentemente senza prevedere e prevenire i disagi, ora deve battere i pugni sul tavolo. La continuità territoriale non è un solo servizio. Non di sbarcare al T3, imbarcarsi al T2, correre a perdifiato verso il T1. Quella è battaglia navale: diritto di viaggiare e di spostarsi colpito e affondato.

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