La Nuova Sardegna

Sassari

le reazioni 

Una festa non solo al femminile per una riforma condivisa

Rappresentanti delle associazioni sui posti destinati al pubblico
Rappresentanti delle associazioni sui posti destinati al pubblico

Prima in aula, poi nei corridoi e in chiusura nell’aula grande della presidenza del Consiglio regionale: è stata una festa dovunque

22 novembre 2017
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CAGLIARI. Prima in aula, poi nei corridoi e in chiusura nell’aula grande della presidenza del Consiglio regionale: è stata una festa dovunque. Senza – e va riconosciuto subito – che nessuno degli invitati si attribuisse in volata la maternità o paternità della vittoria. «È un successo di tutti i sardi», hanno detto una dopo l’altra, in diretta o via e-mail, le tre associazioni. Meglio in due: «La doppia preferenza di genere non è stata un regalo ma un diritto costituzionale riconosciuto», Heminas, «Ora dobbiamo essere messe nelle condizioni di entrare in politica, con una parità completa nella società, dentro e fuori il Palazzo», e Coordinamento 3: «È stata determinante l’unità delle donne e da qui dobbiamo cominciare».

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Subito dopo le quattro e uniche consigliere di questa legislatura. «È un grande passo in avanti che migliorerà la qualità delle istituzioni», Rossella Pinna del Pd, «È stato un dibattito costruttivo e d’altissimo livello», Anna Maria Busia, Campo progressista, «Abbiamo cancellato l’onta del 2013», Alessandra Zedda, Forza Italia e «Da questo momento in poi ci sarà un favorevole effetto a cascata», Daniela Forma del Pd. Poi gli uomini, a cominciare dal presidente Gianfranco Ganau: «È una svolta storica. Abbiamo introdotto un principio che riequilibrerà la presenza delle donne in Aula».

Subito dopo il governatore Francesco Pigliaru: «Abbiamo scritto una pagina di civiltà con un’alta prova di democrazia che ha superato anche lo scoglio del voto segreto. Abbiamo dimostrato che le buone istituzioni aprano le porte e non si barricano dentro le stanze». Con a seguire i capigruppo, tutti maschi: «Un bel po’ di tempo perduto è stato recuperato e siamo fieri di essere ritornati al passo con la storia», Pietro Pittalis, Forza Italia. Con Pietro Cocco, Pd, che ha aggiunto: «C’è voluto qualche anno, ma finalmente dalle buone intenzioni, siamo passati ai fatti». Poi Pierfranco Zanchetta dell’Upc: «La volontà del Consiglio era evidente ed è stata confermata da una larghissima maggioranza con un voto compatto». Gianluigi Rubiu dell’Udc ha sottolineato: «Ha funzionato la perfetta intesa fra maggioranza e opposizione su un tema decisivo».

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Daniele Cocco di Articolo 1-Mdp è andato oltre: «Un ostacolo enorme è stato superato con determinazione e senza cadere in nessun trabocchetto». E ancora Christian Solinas del Psd’Az: «La democrazia paritaria è una realtà e mai più potranno esserci passi indietro». Attilio Dedoni dei Riformatori: «Siamo rientrati nei binari della Costituzione dopo aver deragliato in modo clamoroso», con a seguire Giovanni Satta dell’Uds, che è inciampato su qualche stereotipo ma ha detto: «Dobbiamo essere tutti contenti». Fino alla chiusura di Emilio Usula, Rossomori, «Almeno in questo la Sardegna non sarà più una maglia nera» e Gianfranco Congiu del Pds: «È una legge che fa onore a questo Consiglio».

Seppure qualcuno, in Aula, s’è fatto trascinare dall’enfasi e, in un crescendo familiare, ha ringraziato nonne, madri, mogli e figlie, «per quello che fate ogni giorno». È passato anche questo, perché come hanno ricordato le quattro consigliere: «Riconosciamo ai nostri colleghi di aver avuto il coraggio di mettersi in gioco». Se non lo avessero fatto, sarebbe stato un disastro. (ua)
 

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