La Nuova Sardegna

Sassari

Le città divorano le aree agricole, record negativi a Roma e Sassari

Alfredo De Girolamo
Uno scorcio della zona industriale di Predda Niedda
Uno scorcio della zona industriale di Predda Niedda

INTERVENTO - Il rapporto dell’Ispra sulla qualità urbana in Italia: buoni segnali da Nuoro, tra i centri meno verdi c’è Olbia

29 novembre 2017
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Il verde urbano, l’arredamento “green” delle nostre città, è fondamentale non soltanto per questioni di decoro cittadino, ma anche per dare un contributo significativo al mantenimento di una vita più sana. In Italia sono 31 i metri quadrati di verde di cui ciascuno di noi dispone in media, molto più che ad esempio a New York (23 mq) e Parigi (11,5 mq), ma possiamo migliorare nella cura, dal momento che ad esempio a Roma la spesa pubblica per la sua manutenzione è di quattro volte inferiore rispetto a Parigi. È ormai ampiamente condivisa la consapevolezza che la presenza di spazi verdi aperti può migliorare la salute e contribuire alla qualità della vita, tutelando l’ecosistema urbano, mitigando i rischi dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento e contribuendo alla sicurezza alimentare e idrica. Rendendo di fatto le nostre città più resilienti.

Non è un caso che la Nuova Agenda Urbana dell’Onu al 2030 inserisca tra gli indicatori chiave per il futuro delle città sostenibili la presenza di spazi verdi, e che la Commissione Europea abbia lanciato il tema delle infrastrutture verdi. Simbolo del nostro verde sono gli alberi, ai quali dal 2013 ormai è dedicata una Giornata Nazionale (21 novembre). Gli alberi sono ricchezza, salute e spesa sociale, agricoltura, industria del legno, turismo ambientale, ma anche storia e identità. Il 2017 non è stato un anno fortunato per loro, con i quasi 750 incendi che hanno bruciato oltre 140mila ettari di bosco, e anche per questo è bene che ci sia impegno nella preservazione del nostro verde.

A giudicare dal rapporto sulla qualità urbana di Ispra – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente – per fotografare la situazione, c’è ancora molto da fare, in quanto nei 116 Comuni capoluogo presi in considerazione, in ben otto su dieci il verde pubblico non incide per più del 5%, con particolare riferimento alle città del sud e delle isole.

Tra le città infatti con poca disponibilità pro capite di aree verdi e basso valore anche nella percentuale generale di verde, troviamo L’Aquila al centro, Barletta, Crotone, Foggia, Isernia, Lecce, Taranto e Trani al sud, Olbia, Enna e Siracusa nelle isole, oltre però anche ad alcuni capoluoghi con alta densità cementizia nel nord, come Genova, Imperia e Savona. Spiccano con alta densità di verde urbano Gorizia, Pordenone, Sondrio e Trento al Nord, Matera e Potenza al Sud. Le città “più verdi” sono quelle con più alti valori nelle aree protette: Messina, Venezia e Cagliari. Da segnalare naturalmente che alcune grandi città come Milano, Torino e Roma registrano una discreta percentuale di verde sulla superficie comunale pur venendo certificati valori di disponibilità pro capite medio-bassi in relazione alla popolosità, con la Capitale che risulta essere la città con la maggiore estensione di aree naturali protette (il 30,5%, quasi 400 milioni di metri quadrati), grazie alla presenza di polmoni verdi come Villa Borghese e Villa Pamphili. Altro indicatore importante è la nascita di aziende nel settore dell’agricoltura urbana e periurbana, dove sono sud e isole, Sardegna in particolare, a fare la differenza: Lecce infatti negli ultimi 30 anni ha visto nascere 196 aziende agricole urbane e periurbane, seguita in classifica da Nuoro (33 aziende) e Oristano (23). Per quanto riguarda invece l’indicatore della superficie agricola utilizzata, gli ultimi dati rivelano che dietro Roma, la città che ha perso più area agricola con oltre 32 mila ettari in meno rispetto al 1982, è Sassari con 10.361 ettari in meno. Dalla sua istituzione la Giornata Nazionale degli Alberi ha riscontrato interesse da parte dei Comuni: l’84,5% delle città la celebrano piantando nuovi alberi; il 58,6% ha dato il via a campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini per far crescere la cultura del verde, mentre il 24% ha previsto percorsi formativi per addetti alla manutenzione del verde. Un dato, quest’ultimo, la cui crescita è fondamentale, dal momento che la qualità delle nostre aree verdi non può prescindere dall’efficienza della manutenzione e dall’attenzione dei Comuni verso quelle professioni qualificate a mantenere il nostro ambiente ben tenuto.

Quadro normativo, verde urbano come mezzo di sviluppo della green economy, recupero ecologico e culturale delle città, cambiamenti climatici e natura, infrastrutture verdi e servizi ecosistemici, sono tutti elementi cardine di una sfida quotidiana in cui istituzioni e cittadini devono impegnarsi per mantenere la bellezza dei nostri luoghi e il benessere della nostra vita.

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