La Nuova Sardegna

Sassari

trasparenza nella multiss 

Rimossa una dirigente, ma l’Anticorruzione la reintegra

Rimossa una dirigente, ma l’Anticorruzione la reintegra

SASSARI. Insisteva per un’amministrazione trasparente, e chiedeva con troppa solerzia che fossero pubblicati diversi incarichi legali, professionali, di formazione, nonché dati relativi alle...

02 dicembre 2017
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SASSARI. Insisteva per un’amministrazione trasparente, e chiedeva con troppa solerzia che fossero pubblicati diversi incarichi legali, professionali, di formazione, nonché dati relativi alle procedure a evidenza pubblica e agli affidamenti diretti. Per questa perseveranza, secondo l’Anac, Liliana Sanna, dal 2015 responsabile della prevenzione, corruzione e trasparenza della Multiss, società in house della Provincia di Sassari, lo scorso 28 settembre, era stata sollevata dal suo incarico e destinata a un altro compito. Decisione presa all’unanimità dal Consiglio di amministrazione della Multiss, e ora ribaltata dall’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. Con una delibera depositata il 14 novembre, il Consiglio dell’Autorità nazionale anticorruzione bacchetta la Multiss per il provvedimento con cui ha revocato l’incarico a Sanna, e chiede al Cda di riesaminare la decisione restituendo alla dipendente le funzioni di responsabile della prevenzione, corruzione e trasparenza. Nella delibera dell’Anac è ripercorsa la vicenda che ha portato alla rimozione di Liliana Sanna dal suo incarico, e si fa riferimento al verbale della seduta del Cda Multiss di fine settembre. In quel verbale è spiegato che su richiesta del direttore generale della società, è stato deciso di «dispensare la dottoressa Sanna dal ruolo di Rpct affinché possa seguire, per tutto il tempo contrattuale, l’attività di digitalizzazione documentale degli archivi». La delibera dell’Anac riporta anche la versione dei fatti di Sanna: «Da quanto illustrato dal RPCT, è emerso che la revoca di detto incarico sarebbe stata deliberata dopo che la stessa avrebbe chiesto per tre volte ai dirigenti competenti di trasmettere dati e documenti soggetti a obblighi di pubblicazione. In particolare, la RPCT, in data 16 e il 23 settembre 2017 avrebbe sollecitato i responsabili degli uffici Risorse umane e Appalti e contratti a trasmettere dati e documenti non inviati», è scritto nel documento dell’Autorità anticorruzione. Tutto verificato dall’Anac, che è così arrivata alla conclusione che, «in relazione alla vicinanza cronologica fra i fatti denunciati e il provvedimento di revoca dell’incarico di Rpct, si ravvisa la sussistenza di un “fumus” di connessione tra detto provvedimento e l’attività svolta dal Rpct in materia di prevenzione della corruzione, che giustifica l’avvio della procedura di cui all’art. 15, comma 3 del d.lgs. 39/2013». Conclusioni respinte totalmente dalla Multiss, che si prepara a inviare una dettagliata relazione sui fatti all’Anac: «La signora Sanna agisce sulla spinta di risentimenti personali che prova nei confronti dell’azienda perché ha chiesto, e non le è stato concesso in quanto non le spettava, un livello di inquadramento superiore», replica il direttore della Multiss, Antonio Spano. «Il procedimento dell’Anac è ancora aperto e stiamo preparando una nostra relazione da inviare all'Autorità per spiegare come realmente stanno le cose», prosegue il direttore. «La prima richiesta di assegnare alla Sanna il solo incarico di digitalizzazione degli archivi è del mese di marzo 2017, molto prima delle contestazioni riportate nella segnalazione all’Anac. Ed è stata individuata la signora Sanna perché lei è l’unica, insieme a un altro funzionario che svolge già quel compito, ad avere fatto un corso di formazione specifico per la digitalizzazione», spiega il dirigente della Multiss. «I rancori personali dovrebbero essere lasciati fuori dall'attività dell’azienda».

Vincenzo Garofalo

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