La Nuova Sardegna

Sassari

«Città vecchia sporca e rumorosa»

«Città vecchia sporca e rumorosa»

Cresce la protesta del Comitato centro storico e del “Collettivo di Piazza Tola”

04 dicembre 2017
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SASSARI. Sporca e malsicura, e nell’ultimo periodo perfino rumorosa. La descrizione della città vecchia è uno scenario desolante nei racconti dei componenti del Comitato per il centro storico e degli attivisti del collettivo “Piazza Tola”. L’incontro al circolo Intregu, coordinato dal presidente del comitato di quartiere, Giovanni Antonio Ruiu, è servito a fare il punto sulle questioni ancora aperte. I cittadini non hanno digerito il modo con cui Palazzo ducale ha adottato il Piano di classificazione acustica, varato, a loro dire, senza il coinvolgimento degli interessati. Si tratta di un documento importante che divide la città in zone, assegnate in base alla vocazione e alla presenza di strutture pubbliche, negozi e attività artigianali. Per farla breve, la città vecchia è stata classificata in classe quarta e questo, stando al malcontento dei residenti, sarebbe il nodo da sciogliere per limitare traffici e clamori notturni che ultimamente stanno compromettendo sonno e serenità dei tanti che abitano attorno. Per questo, il comitato di quartiere e il neonato sodalizio per piazza Tola hanno predisposto un documento dettagliato, ricco di osservazioni, che sarà presentato al sindaco Nicola Sanna entro il 7 dicembre quando in Consiglio sarà intavolata la discussione che precede la votazione del Piano. «Non siamo stati coinvolti nella discussione di un provvedimento determinante per la soluzione di tanti problemi legati alla nostra tranquillità – dice senza giri di parole Bruno Paba del Collettivo – se si esclude la pubblicazione di una nota stringata nel sito del Comune, il documento è stato adottato quasi in sordina». Il riferimento a piazza Tola è lampante perché proprio da lì, dove la presenza di locali pubblici è marcata, si è levato nei giorni scorsi un coro di proteste per il troppo chiasso da parte dei frequentatori. «Un fenomeno – spiega Nico Casu, componente del Collettivo – che purtroppo non è limitato al fine settimana». La richiesta è quella di portare il centro storico in classe terza, classificazione che, stando alle osservazioni, consentirebbe di applicare parametri più restrittivi all’attività dei tanti, forse troppi, locali pubblici garantendo al contempo ai residenti l’agognata quiete. Non solo, si chiede anche di evitare la concentrazione di locali “spalmando”, per così dire, le concessioni in un’area più ampia in modo che che la “movida” venga diluita. “C’è un problema di incompatibilità – spiega l’architetto Giovanni Maciocco – tra residenze e attività commerciali, ritengo che al di là delle classificazioni si debba tenere conto della marcata vocazione culturale del centro storico”. Tra le altre cose, i cittadini sollecitano una revisione delle verifiche: “Assieme al potenziamento di monitoraggi e controlli – dice Matilde Schirru (collettivo piazza Tola) – chiediamo che venga rivista la definizione di inquinamento acustico e che vengano integrati i rilievi sui livelli di rumore fatti dal nucleo ecologico della polizia locale”. L’urbanista Andrea Maresu, presente all’incontro, ha fatto uno studio approfondito su alcune zone della città vecchia con una serie di simulazioni che riguardano l’area delle Monache Cappuccine, di piazza Duomo, del Rosello e la zona attorno al mercato civico. (a.me.)

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