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STORIA E TRADIZIONI 

Un presepe di speranza nel sito archeologico di via Libio

Un presepe di speranza nel sito archeologico di via Libio

PORTO TORRES. Si accendono le luci sul presepe «con la speranza che si accendano anche sulla nostra comunità, cui lo dedichiamo». Con queste parole Nando Nocco, uno dei realizzatori del presepe...

09 dicembre 2017
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PORTO TORRES. Si accendono le luci sul presepe «con la speranza che si accendano anche sulla nostra comunità, cui lo dedichiamo». Con queste parole Nando Nocco, uno dei realizzatori del presepe bainzino, insieme a Gian Piero Fancellu e con la collaborazione della famiglia Bruzzi e dell’associazione culturale Intragnas, ha salutato l'inaugurazione del manufatto nel sito archeologico di Via Libio 53, sede di una serie di tombe ipogeiche con pareti dipinte. Il presepe è ambientato nel paesaggio bucolico della Nurra. Allestito sulla nuda roccia che in parte nasconde autentici tesori dell’antica colonia Iulia Turris Libisonis, arricchito dalla presenza di essenze tipiche della macchia mediterranea e delle “pinnettas” dei pastori, popolato da pecore e di tutta una serie di personaggi caratterizzanti il passato di Porto Torres e delle sue campagne ricostruiti fedelmente e con rigorosamente indosso l'abito tradizionale turritano, da “lu carratuneri” al gruppo che danza il “ballu tundu” compreso l’organettista che suona, dal casaro che nella “pinnetta” è intento alla preparazione del formaggio a “lu funtaneri” che prende l'acqua dalla fontana a “lu rigatteri” che vende dolci tipici nella bancarella, la donna che canta, i contadini e le contadine. Non manca la stalla col bue e l’asinello e i personaggi della natività, dominati dalla riproduzione della Basilica di San Gavino. Nel presepe brilla la maschera ispirata al Satiro intagliata nel legno da Daniele Erre. (e.f.)

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