La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, preti e fedeli contro gli accattoni molesti

di Luigi Soriga
Sassari, preti e fedeli contro gli accattoni molesti

Un esercito di mendicanti a San Giuseppe, Mater Ecclesiae e San Pietro. La protesta: «Insistenti e talvolta aggressivi»

12 dicembre 2017
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SASSARI. Un tempo non era così. I mendicanti erano pochi visi familiari, esistenze in panne alle quali davi volentieri una piccola spinta. Ora davanti alle chiese, quando si spalanca il portone dopo la messa, ciò che si srotola davanti è una sola sfortuna con tanti volti sconosciuti. Un rosario di mani distese, cappelli e bicchieri del tutto anonimo, che si offre come una tassa da pagare per stare in pace con la coscienza.

Forse per questo l’elemosina di un esercito di disperati prende facilmente i contorni dell’accattonaggio molesto.

Chiesa di San Giuseppe, festa dell’Immacolata, messa delle 11,15. L’ingresso principale è presidiato da una ragazza rom incinta e di fronte un extracomunitario seduto per terra, con il berrettino tra le mani. Ma anche all’interno della chiesa ci sono altri mendicanti, e alcuni di loro sono appostati sulle uscite laterali. Quando spuntano i primi i fedeli, la catena di montaggio dell’elemosina può mettersi in moto.

«Nessuno si lamenta per una richiesta di aiuto – dice il parroco Don Massimiliano – chiedere è sacrosanto. E noi siamo i primi a venire incontro ai bisognosi e alle povertà. Ma c’è un limite che non deve essere oltrepassato. L’insistenza, le mani addosso, seguire le persone, gettare gli spiccioli per terra in maniera sprezzante, l’arroganza: tutto questo trasformano la questua in qualcos’altro».

Cioè in una sensazione di disagio per chi quel giorno, ad esempio, ha la filantropia in riserva, e non si sente di mettere mano al portafogli.

«San Giuseppe è una parrocchia generosa – prosegue Don Massimiliano – frequentata da molte signore anziane che quasi sempre donano una moneta. Non a caso è così gettonata dai mendicanti. Ma proprio le persone anziane si sentono spesso a disagio da questo pressing, a volte hanno anche paura. E si sono lamentate con me. Io stesso talvolta mi sono sentito in imbarazzo. È capitato che qualche rom si sia introdotto in sacrestia, o durante la funzione, e abbia alzato le voci. L’unico modo per tranquillizzarlo è dargli ciò che chiede».

I vigili urbani ormai conoscono piuttosto bene il campionario umano che gravita attorno ai campanili. Diversi parroci si sono lamentati, hanno chiesto un presidio delle forze dell’ordine, e le situazioni più pesanti si verificano a Mater Ecclesiae, San Paolo, Santa Maria e San Pietro. E non appena compare la vettura della polizia locale, o gli agenti in moto, i rom o i migranti si dileguano. «È un servizio proprio del vigile di prossimità – spiega il comandante Gianni Serra – e viene svolto dagli agenti con grande discrezione e sensibilità. La presenza delle divise è già di per sé sufficiente a prevenire situazioni spiacevoli. Interveniamo con decisione solo nei casi di accattonaggio molesto vero e proprio. E a San Giuseppe fino ad ora c’è solo un cittadino Rom, tra l’altro con bimbo al seguito, che spesso è invadente, insistente e crea problemi. In questo caso, cioè lo sfruttamento di un minore, costituisce un vero e proprio reato che può essere sanzionato anche con tre anni di reclusione. Per l’accattonaggio molesto, invece, vige il divieto dell’ordinanza sindacale. Chi non rispetta le prescrizioni, come è avvenuto in cinque casi in città, viene segnalato all’autorità giudiziaria».

Il problema è che le chiese sono tante, l’arte di sopravvivere aguzza l’ingegno, e anche il passaparola corre velocissimo. Così non appena si materializza un’auto della municipale a San Giuseppe, i mendicanti cambiano subito location.

Ore 12,15, chiesa di San Pietro. Otto mendicanti si apprestano ad accogliere l’uscita dei fedeli. Ed è una vera e propria guerra tra poveri: «Andatevene via – dice una rom ai migranti – voi avete già gli aiuti». E loro rispondono con uno sguardo carico di odio. Poi tutti allungano la mano, e fanno il pieno di generosità.

Alle 12,20 riecco i vigili urbani e la smobilitazione è immediata. I rom svaniscono come certi illusionisti, i migranti passeggiano con indifferenza nel cortile. Appuntamento alla messa successiva.



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