La Nuova Sardegna

Sassari

Colpo di grazia alla chiesa dei Candelieri

di Antonio Meloni
Colpo di grazia alla chiesa dei Candelieri

Nuovi cedimenti nel complesso religioso: pioggia di calcinacci nell’abside. Adesso il rischio della chiusura diventa concreto

16 dicembre 2017
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SASSARI. Si aggravano le condizioni del complesso di Santa Maria dopo il violento nubifragio che ha flagellato il Sassarese. Una nuova caduta di calcinacci, più consistente di quella registrata lo scorso settembre, si è verificata ieri mattina nell’abside e ora il rischio che la chiesa dei Candelieri possa essere interdetta si fa sempre più concreto.

Lo stucco della volta è caduto abbondante sui banchi in legno scuro dove abitualmente siedono i componenti del coro tanto che, a malincuore, i frati hanno deciso di isolare l’area e vietarne l’ingresso. «Su quei banchi si esercitano i componenti della corale Laudate et benedicite – hanno spiegato ieri i frati – vogliamo evitare che chiunque possa essere esposto al rischio di essere colpito da un eventuale cedimento della volta».

Il previsto concerto prenatalizio in programma stasera non salterà, ma il coro dovrà cantare di fronte all’altare e non sotto la volta dell’abside. Una nuova consistente infiltrazione si è formata anche nella sala “Antonio Sisco”, al primo piano della parte cinquecentesca del convento, proprio accanto alla sede del centro studi fondato, a suo tempo, dal compianto padre Marco Ardu.

I frati, ormai abituati all’emergenza, sono corsi ai ripari tentando di arginare con sistemi rudimentali, ma l’acqua viene giù a ritmo continuo dalla volta e dalla canna dell’antico campanile che confina proprio con quell’ala.

Ieri mattina la pioggia ha invaso buona parte del pavimento inzuppando anche un divano sul quale, oltre all’acqua, sono caduti dei calcinacci. Lo stillicidio è arrivato a bagnare interruttori e prese di una parete con il rischio di mandare in corto anche l’impianto elettrico.

Rispetto alla conta dei danni, questa è una novità assoluta che aggrava, se ce ne fosse bisogno, una situazione già compromessa. Completamente allagata anche la parte interdetta nei giorni scorsi dai vigili del fuoco, compresa l’ala dove ha vissuto il beato Francesco Zirano. In un altro ambiente, nella parte ottocentesca, l’acqua ha fatto impasto con il guano dei piccioni formando una poltiglia scura e puzzolente.

Ma a far temere il peggio, adesso, sono le pareti inzuppate d’acqua perché il rischio che possano collassare è tutt’altro che remoto. Proprio per questo motivo, i giorni scorsi, gli uomini del 115 avevano interdetto buona parte del vecchio convento raccomandando ai frati di vigilare e tenerli informarti di eventuali nuovi cedimenti. Chiazze evidenti di infiltrazione erano state notate anche nel locale della cantoria, sopra l’ingresso principale della chiesa, accanto al rosone da cui due anni fa si era staccato un frammento. I vigili del fuoco, dopo la verifica, hanno anche stilato una dettagliata relazione notificata, oltre che al convento e alla curia, alla prefettura e al comune, alla direzione della provincia francescana, a Foligno, e alla soprintendenza.

Sul fronte delle iniziative tutto tace, si attende con trepidazione l’esito della proposta, al vaglio di Curia e Comune, di comprendere il “caso” Santa Maria nel protocollo d’intesa siglato l’anno scorso tra Regione e Conferenza episcopale italiana. Ipotesi che, qualora andasse a buon fine, potrebbe sbloccare la situazione garantendo un discreto finanziamento per il restauro dell’antico complesso architettonico.

Qualche giorno fa il ministro Dario Franceschini, informato quest’estate dal sindaco Nicola Sanna, si era impegnato a reperire un finanziamento da prevedere, però, nella prossima manovra.

Una cosa è certa, ormai il recupero di Santa Maria è una corsa contro il tempo perché le condizioni del complesso si aggravano dopo ogni acquazzone. Al riguardo va detto che le previsioni per i prossimi giorni non concedono spazio all’ottimismo, stando ai bollettini meteorologici, infatti, è prevista pioggia abbondante per tutto il fine settimana.

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