La Nuova Sardegna

Sassari

UNA “RETE” E UN BANCO DI PROVA

di DANIELA SCANO

Il Comune di Sassari punta sul turismo. Questa è in teoria una buona, anzi un’ottima, notizia. Saranno le prossime mosse dell’amministrazione comunale, infatti, a far capire se la bella teoria può...

24 dicembre 2017
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Il Comune di Sassari punta sul turismo. Questa è in teoria una buona, anzi un’ottima, notizia. Saranno le prossime mosse dell’amministrazione comunale, infatti, a far capire se la bella teoria può davvero diventare pratica quotidiana. Questa scommessa sul turismo è il primo vero banco di prova della rete metropolitana.

È dai tempi di Oreste Pieroni, il sindaco che negli anni Cinquanta inventò (letteralmente, anche nel nome) Platamona, che gli amministratori sassaresi non guardano con il dovuto interesse dalla finestra vista mare di Palazzo Ducale. E dire che, a parte la mitica Rotonda nata dalla visionaria fantasia di Pieroni, la città capoluogo ha luoghi di eccezionale bellezza da valorizzare: Porto Ferro, l’Argentiera, Porto Palmas. Gioielli di acquamarina e smeraldo incastonati in paesaggi mozzafiato. Luoghi però generalmente trascurati anche nella ordinaria manutenzione. Ecco perché il piano per le “zone F” è una buona notizia, ma è anche un banco di prova.

Infatti non basta aprire la strada ai privati se non c’è, oltre alla opportunità di costruire alberghi, anche un progetto da proporre, una visione turistica da offrire, un’idea in cui credere e far credere. In quel mare cristallino bisogna lanciare una rete e non deve farlo il Comune di Sassari, che da solo non può andare da nessuna parte. Perché il turismo diventi una concreta realtà per il territorio, infatti, occorre che il territorio sappia fare rete. Fino a oggi non c’è riuscito e in questo è paradigmatica la storia di Platamona.

Sassari, con i suoi cinquecento metri di spiaggia, condivide con i Comuni di Sorso e di Porto Torres un litorale urbano che potrebbe diventare una delle principali ricchezze di questa parte della Sardegna. I sindaci dei tre comuni non sono riusciti, fino a oggi, a sedersi intorno a un tavolo per concordare una strategia comune di sviluppo. Li chiameremo noi a parlarne davanti ai loro cittadini.

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