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Cantieri forestali: lo spreco della legna abbandonata

Cantieri forestali: lo spreco della legna abbandonata

OSILO. Fino a qualche anno fa, il legnatico dei cantieri forestali rappresentava una importante opportunità per alimentare, con poca spesa, i camini e per scaldare le fredde giornate osilesi. Poi,...

26 gennaio 2018
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OSILO. Fino a qualche anno fa, il legnatico dei cantieri forestali rappresentava una importante opportunità per alimentare, con poca spesa, i camini e per scaldare le fredde giornate osilesi. Poi, non si è capito bene perché, i cancelli si sono chiusi, e la legna è rimasta abbandonata a marcire dentro le aree di rimboschimento. Così non sono pochi quelli che lamentano il fatto che, pur avendo inoltrato domande fin dal 2013, non hanno più ricevuto alcuna risposta. E in molti non riescono a capire il significato di questo silenzio, soprattutto perché sanno che i cantieri, con i tagli programmati e con la pulizia delle aree, hanno continuato a produrre legname, che però non viene più assegnato ai richiedenti. Il motivo, afferma qualcuno, starebbe nella mancanza di mezzi per il trasporto della legna ai punti di consegna. Ma è anche vero, pare, che spesso la legna si trova in punti raggiungibili con le macchine, per cui i privati, ove autorizzati, potrebbero arrivare con i loro mezzi per prelevare il legname. Tant’è che in qualche caso, autorizzazione o no, qualcuno ha pensato bene di provvedere da sé al prelievo abusivo. In altri casi, invece, la quantità del legname sarebbe davvero notevole: si parla delle piante che coprivano circa un ettaro di terreno, bruciate da un incendio nel cantiere di San Lorenzo. Quegli alberi sono stati tagliati e sezionati in tranci da 3, 4 metri, e potrebbero essere fatti facilmente rotolare, dice qualcuno, fino al confine del cantiere, in un punto accessibile ai mezzi privati per il carico. Ma anche in questo caso, i tronchi dei pini sono rimasti là, col rischio che possano diventare essi stessi nuova esca per altri incendi. Perché è anche questo il pericolo che si corre col mancato allontanamento della legna dal sottobosco. Una parte di essa, infatti - le cime e i rami più sottili - viene bruciata, ma i tronchi più grossi continuano a restare abbandonati. Mentre molte famiglie potrebbero giovarsene per alimentare le proprie stufe e i propri camini.

Mario Bonu

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