La Nuova Sardegna

Sassari

La Cultura dell’Olio premia l’impegno della “San Giuliano”

di Gianni Olandi
La Cultura dell’Olio premia l’impegno della “San Giuliano”

Il riconoscimento «per aver investito nell’innovazione» Nel 2014 sono state messe a dimora 105mila piante

05 febbraio 2018
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ALGHERO. Mentre in un momento di crisi economica e contrazione degli stessi consumi le imprese tendono a ridurre gli investimenti, dalla Sardegna, da Alghero, giunge un segnale in forte controtendenza che ha mosso la giuria internazionale del “Premio Olio Officina-Cultura dell'Olio” ad assegnare il prestigioso riconoscimento a Domenico Manca, patron della società che porta il suo nome, la San Giuliano, che nel 2016 ha compiuto 100 anni di attività. Per avere una idea del valore del premio vale la pena ricordare che negli anni passati è stato assegnato a personalità come Vn Dalmia, all’epoca presidente dell’Indian Olive Association; a Jean Luis Barjol, direttore esecutivo del consiglio oleicolo internazionale o al professor Lanfranco Conte, tra i massimi esperti mondiali di chimica dell’olio.

Nel 2014 l'imprenditore algherese ha messo a dimora 105 mila piante di olivo che proprio nell'autunno scorso sono entrate in produzione per la prima volta, e dal prossimo marzo saranno altre 45 mila quelle destinate al ciclo produttivo. Un volume complessivo di 150 mila piante che costituisce oltre che un rilevante investimento anche una opportunità di occupazione visto che ha prodotto 12 nuovi posti di lavoro. Un impegno particolarmente significativo perché l’Italia è costretta a importare olio dall'estero proprio perché ne produce in quantità insufficiente per soddisfare il proprio fabbisogno. Ed ecco la motivazione con la quale la giuria del Premio ha motivato il riconoscimento: “Per la tenacia e per l’intuizione nell’investire nel futuro piantando nuovi oliveti, con l’impegno di incrementare le quote di olio italiano disponibile e di dare nel contempo una decisiva svolta a un settore, quello olivicolo, poco propenso in Italia a innovare e ad accogliere una visione moderna di olivicoltura”.

Soddisfatto e orgoglioso il patron della storica azienda algherese. «Noi abbiamo sempre creduto nell’olicicoltura e non ci sottraiamo alle nostre responsabilità come impresa». Commenta Domenico Manca, patron di San Giuliano che a 80 anni è ancora impegnato nell’innovazione e nella crescita della sua azienda divenuta un brand a livello internazionale. «Se l’Italia deve ritornare a essere il grande Paese dell’olivo e dell’olio, come lo è stata per molti decenni – aggiunge - non può venire meno all’impegno agricolo. Ci siamo fatti carico di onorare i nostri cento anni e oltre di attività intraprendendo la strada della modernità. Per aprirci al futuro, abbiamo pensato bene di mettere in campo centocinquanta nuovi ettari di oliveto e di proseguire ogni anno in tale direzione, incrementando sempre più la quota di nuovi olivi. Se l'Italia vuole essere leader dell'olio nel mondo – ha concluso Manca – non può in alcun modo rinunciare a piantare nuovi olivi».

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