La Nuova Sardegna

Sassari

Stintino, sabbia da salvare: vietati gli asciugamani alla Pelosa

Giovanni Bua
La Pelosa
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Dall’estate guardie giurate in spiaggia per evitare l’invasione sulle dune

18 febbraio 2018
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STINTINO. Asciugamani vietati, come i borsoni e le borse frigo, da sostituire con spiaggine, teli rigidi ed eco shopper trasparenti distribuite all’ingresso della spiaggia. Lavapiedi obbligatori alle uscite, e guardie giurate in servizio tutto il giorno a evitare l’invasione delle dune e le “cafonate segnaposto” fiorite nella scorsa stagione. Questo il piano che il Comune di Stintino, in accordo con la Regione, sta mettendo a punto per la prossima estate, per dare un po’ di respiro alla Pelosa e permetterle di sopravvivere fino all’inizio del maxi intervento di recupero previsto per l’ottobre del 2019.

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Niente di ufficiale, almeno per ora, ma il sindaco Antonio Diana sa bene che il tempo è contato, e che la spiaggia gioiello non potrà resistere ad altri due anni di invasione, con una pressione di bagnanti che nel 2017 è arrivata a 5mila presenze al giorno, con picchi di 7mila nei weekend agostani, a fronte di un massimo sostenibile che uno studio pubblicato nel 2010 dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, stima in 1250-1300.

«Faremo qualcosa di importante già da quest’anno. Stiamo lavorando senza sosta. Ma, come sempre, con l’obiettivo di far tutto per bene», ha confermato ieri il primo cittadino stintinese. L’occasione era tra le più propizie: la presentazione ai residenti del progetto definitivo di riqualificazione della spiaggia della Pelosa. Un intervento da 18 milioni, diviso in 5 lotti, di cui due già finanziati: quelli che prevedono lo smantellamento della strada asfaltata nel tratto compreso tra il Gabbiano e la Pelosetta, sostituita da un sistema di passerelle in legno sollevate da terra, per favorire lo scambio della sabbia e riattivare il “sistema dunale”.

Un progetto complesso, articolato, frutto di un lavoro lungo dieci anni. Che ha prodotto 3 metri cubi e mezzo di carte con dati, analisi dei flussi delle maree, tipizzazione della sabbia, studio della vegetazione da reimpiantare dettagliata al metro quadro. «L’obiettivo prioritario – hanno detto Paolo Falqui, Maurizio Costa e Francesca Etzi, del raggruppamento temporaneo di professionisti formato dalla capofila Criteria srl, dallo studio associato di ingegneria “Prima” e dalla società cooperativa di ingegneria ambientale “Ambiente” che hanno curato il monumentale lavoro – è il ripristino dell’assetto morfologico-ambientale del sistema dunale e delle relazioni funzionali con la spiaggia. Questo comporta la rimozione della strada litoranea e la riorganizzazione delle modalità di accesso e di fruizione del sistema costiero».

Un piano coraggioso e lungimirante per garantire un lungo futuro ai 9mila metri quadri di sabbia bianca, che però prima deve arrivare “viva” al 2019. E così, in attesa che la complessa idea di un qualche tipo di numero chiuso diventi realtà (difficile riproporre i modelli Budelli e Bidderosa in una spiaggia di fatto urbana come la Pelosa) il sindaco Diana è pronto a togliere dal cilindro il suo “piano ponte” per arginare almeno la sparizione quotidiana di quintali di sabbia, “deportati” in teli, borsoni e corpi rosolati da migliaia di turisti e aficionados locali.

«La Pelosa è un gioiello – spiega –. E merita un lavoro di “chirurgia ambientale” per custodire e trasmettere questo patrimonio ambientale alle generazioni future. Ma anche un sistema di fruizione diverso, più maturo da parte di tutti. Siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni possibili per difendere la nostra spiaggia. Senza fretta, senza errori, ma con la massima determinazione».

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