La Nuova Sardegna

Sassari

Rebeccu rinasce in albergo diffuso

Rebeccu rinasce in albergo diffuso

Al via i lavori di riqualificazione del piccolo borgo medievale ad oggi spopolato

02 marzo 2018
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BONORVA. Fra le comunicazioni fatte dal sindaco Massimo D’Agostino, al termine dell’ultimo consiglio comunale, ha destato particolare attenzione quella riguardante l’inizio dei lavori di completamento di alcune opere edili e viarie nel villaggio medioevale di Rebeccu, abbarbicato su una collinetta che domina la pianura di Santa Lucia. La vita del borgo, che si distende piacevolmente sotto la rocca che lo sovrasta in un succedersi di muri e case, in parte cadenti ed in parte risanate, ma che ancora resistono con la loro carica di segnali di un’antica civiltà e cultura, può così riprendere a scorrere e rompere il silenzio che, da qualche tempo, regna sul piccolo centro. Sarà sottoposto ad un ulteriore linea di interventi che interesseranno la viabilità, in parte sconnessa a causa d’ imperfezioni costruttive recenti, e la struttura di diversi piccoli nuclei abitativi e case, destinate a costituire nel loro insieme un piccolo albergo diffuso per restituire al villaggio l’antica visibilità e bellezza. Il borgo, rinnovato nelle sue strutture originali più indicative sarà reso maggiormente fruibile ai visitatori che avranno occasione d’ammirare i resti di un’antica civiltà contadina che, con il giudicato d’Eleonora d’Arborea, ha scritto importanti pagine di storia e che, come centro della Curatoria del Costaval, esercitò il potere su Bonorva, Giave e Semestene. La storia del tempo, riscritta da molti studiosi e “veri” appassionati, ha evidenziato l’importanza strategica e politica del piccolo borgo e alcuni episodi, fra i tanti conosciuti, possono chiarirne la collocazione storica. Nel 1355, quando Pietro V’ convocò il primo parlamento Sardo, vi partecipò, per la Curatoria del Costaval, un certo Masala, residente a Rebeccu, e questo fa già capire quanto fosse importante la posizione politica del centro. Nel 1368 Mariano IV’, per sanare gli attriti tra i giudicati d’Arborea e Gallura, vi mandò la figlia Eleonora per proporre un trattato di pace con Brancaleone Doria, giudice di Gallura. Trattato che fu firmato nella chiesa di “S.Maria de su Pedazzu”, ormai quasi scomparsa, che si trovava sotto la rupe di Rebeccu, in “Sa Contissa”. Su Rebeccu si conoscono inoltre diverse leggende, come quella che vide la principessa Donoria, che, scacciata dal padre, re del borgo, nell’abbandonare il villaggio sentenziò, con una maledizione, “Rebeccu, Rebecchei, dae trinta domos non bessei”. Rebeccu non supererai le trenta case) e quella, che però non ha trovato riscontri credibili, secondo cui il matrimonio tra Eleonora e Brancaleone sia stato celebrato a Rebeccu, nel così detto “Castello”, una rupe che ancora oggi sovrasta il piccolo borgo. La storia politica del villaggio continuò fino al 1530 quando Alfonso Carrillo, che l’aveva acquistata da Elvira e Francesca Enriquez, nominò “Incontrada” Bonorva, che era ancora sotto la Curatoria di Rebeccu, capoluogo del Costaval. I Carrillo divennero Ledà d’Ittiri, Baroni di Bonorva. e Conti di Ittiri e da allora per Rebeccu, con la crescita demografica e politica di Bonorva, iniziò la decadenza. Una decadenza che ha portato allo spopolamento e che il 31 dicembre del 1875, portò il sindaco Figos e il consiglio Comunale a chiedere l’annessione del Comune di Rebeccu a Bonorva per diventarne frazione.

Emidio Muroni

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