La Nuova Sardegna

Sassari

Nuovi smottamenti, litorale a rischio

di Gavino Masia
Nuovi smottamenti, litorale a rischio

L’erosione avanza e crea pericoli per le persone. Le piogge stanno disgregando la terra: servono interventi immediati

21 marzo 2018
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. Un improvviso smottamento di terra ieri mattina nel costone poco dopo spiaggia di Balai conferma purtroppo la fragilità di un litorale che ha necessità urgente di interventi. Da realizzare con i finanziamenti regionali già assegnati da quindici mesi.

Che la linea di costa di Porto Torres sia un territorio importante da salvaguardare lo sanno bene i numerosi frequentatori che giornalmente si trovano nella baia di Balai, per fare jogging nella pista ciclabile di fronte al mare o per socializzare passeggiando all’aria aperta. Il problema è che stanno arrivando i primi ponti festivi primaverili e quel tratto di litorale tra le due chiesette di Balai deve essere messo in sicurezza per evitare potenziali pericoli alle persone. Qualche settimana fa anche il geologo Stefano Conti, durante un sopralluogo lungo la costa di Balai, aveva “consigliato” che uno degli elementi più importanti da realizzare era quello di preservare l’erosione superficiale che riguarda i terreni. I solchi che si creano dalle acque superficiali stanno infatti erodendo pian piano il territorio davanti a tutto il Lungomare e gli studi sull’erosione costiera realizzati nel recente passato hanno confermato che in tutte le aree sono necessari interventi di salvaguardia della fascia costiera e delle infrastrutture presenti nel perimetro urbano. La pioggia insistente di questi giorni ha scavato in quel costone di terra davanti allo “Scoglio Ricco”, franando sopra le rocce utilizzate dai bagnanti durante l’estate, e anche il muretto sopra l’arenile di Balai si poggia su un terrapieno che rischia di franare da un momento all’altro. Qualche anno fa l’università di Cagliari, Dipartimento di ingegneria del territorio, aveva effettuato un monitoraggio dell’erosione costiera del Lungomare con metodi geofisici. Le indagini eseguite hanno evidenziato le zone allentate dall’azione delle mareggiate, i percorsi carsici delle acque interne, i vuoti prodotti dall’azione combinata di acque superficiali e dal mare e condizioni di instabilità e pericolo. Ulteriori azioni erosive sono dovute all’azione delle correnti marine, secondo il monitoraggio universitario, che hanno modificato il loro assetto dopo la costruzione del molo foraneo del porto e dal diffuso fenomeno di circolazione di acque sotterranee come testimoniato dalle risorgive a mare nella zona chiamata appunto “Acque dolci”.

«Il progetto di contrasto all’erosione deve garantire il rispetto di equilibri delicati – dice l’assessore ai Lavori pubblici Alessandro Derudas – e gli uffici comunali stanno lavorando per l’affidamento di un incarico di supporto al Rup e per meglio definire le modalità di progettazione ed esecuzione degli interventi finanziati dalla Regione. Stiamo parlando di attività complesse che prevedono confronti fra esperti ed enti, compresa l’elaborazione di studi preliminari indispensabili per assicurare una piena compatibilità tra l’azione di contrasto ambientale e il rispetto e la tutela dell’ambiente».

In Primo Piano
Verso il voto

Gianfranco Ganau: sosterrò la candidatura di Giuseppe Mascia a sindaco di Sassari

Le nostre iniziative