La Nuova Sardegna

Sassari

La protesta dei sindaci sugli ippodromi declassati

di Barbara Mastino
La protesta dei sindaci sugli ippodromi declassati

Ozieri, Marco Murgia minaccia le dimissioni se il ministero non revoca il decreto In mancanza di risposte lunedì una delegazione sarda si recherà a Roma

13 aprile 2018
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OZIERI. Un comparto e un territorio mobilitati e un sindaco che minaccia di rassegnare le dimissioni: questo lo scenario apertosi ieri a Ozieri dopo l’ennesimo rinvio della firma del decreto di re-immissione in ruolo degli ippodromi sardi da parte del ministero dell’Agricoltura. Rinvio giunto come una doccia fredda dopo venti giorni di procrastinazioni e che rischia di annullare l’apertura della stagione di corse a Chilivani, dove per domenica 22 aprile è prevista la tappa italiana della Wathba Stallion Cup per il Festival Sheikh Mansoor organizzato da Horse Country Resort con l’Ippodromo Meloni, un incontro inedito e importantissimo il cui fallimento sarebbe un’onta quasi impossibile da cancellare.

Ieri il Mipaaf ha annunciato la firma del decreto per oggi, ma le aspettative sono bassissime, visti i continui rinvii delle scorse settimane: ecco perché per questa mattina nella sala conferenze dell’ippodromo il sindaco di Ozieri Marco Murgia ha convocato una conferenza stampa congiunta con i primi cittadini di Sassari e Villacidro per annunciare l’inizio di quella che si annuncia come una vera e propria battaglia per difendere i tre ippodromi sardi e per salvare l’apertura della stagione a Chilivani. «Se per oggi non arriverà la firma del decreto sono pronto a rassegnare le mie dimissioni – dice Marco Murgia –, non si può continuare a stare con le mani in mano di fronte a questa situazione».

Ma non è tutto: la mobilitazione vera e propria ci sarà in serata, sempre a Ozieri ma nel quartiere fieristico di San Nicola, dove alle 19.30 rappresentanti istituzionali, attori del vasto comparto e dell’indotto dell’ippica, categorie e associazioni, cittadini, si riuniranno per discutere del problema e per dire “No” a quella che ormai è da tutti indicata come una vera e propria beffa ai danni dell’ippica sarda, con gli ippodromi che sono stati declassati unicamente perché non garantiscono la stessa mole di scommesse degli altri impianti italiani.

Un tetto impossibile da toccare in Sardegna, che ha tre ippodromi e un milione e mezzo di abitanti, ma anche un criterio “assurdo” poiché messo in campo da uno Stato che investe milioni di euro nella cura delle ludopatie. «Siamo davanti a una situazione assurda e catastrofica – dice il consigliere regionale de La Base Gaetano Ledda che oggi sarà uno degli animatori del dibattito alla Fiera – per colpa di un decreto-patacca basato sui montepremi che colpisce una regione come la Sardegna, dove l’ippica è molto più un fattore culturale ed economico piuttosto che sportivo e dove su questo settore si investe, con fondi Ras, tanto che l’isola potrebbe addirittura gestire autonomamente il suo comparto».

Ecco perché, se le riposte non arriveranno oggi, lunedì una delegazione sarda sarà a Roma per un sit-in pacifico davanti al Mipaaf. La riunione di stasera sarà anche occasione per raccogliere le adesioni e organizzare la protesta.

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