La Nuova Sardegna

Sassari

Sette mesi di attesa ma il vaccino non c’è

Salvatore Santoni
Sette mesi di attesa ma il vaccino non c’è

Odissea di una mamma di Sorso rimpallata tra il poliambulatorio del paese e l’ambulatorio della città

17 aprile 2018
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SORSO. In questa odissea sanitaria c’è una mamma con una figlia di cinque anni, un vaccino che non arriva mai e un poliambulatorio in crisi, dove ti danno l’appuntamento a distanza sette mesi e poi ti tirano un bidone all’ultimo momento.

Tutto comincia lo scorso mese di settembre. La bambina frequenta una scuola di Sassari ma la famiglia vive a Sorso. La mamma crede nelle vaccinazioni e quindi si rivolge al poliambulatorio della Romangia. Ottiene un appuntamento per il 12 aprile, sette mesi di attesa che non preoccupano la donna. La situazione comincia a complicarsi a marzo, quando la mamma parla con la segreteria della scuola per certificare che la bambina avrebbe rispettato l’obbligo vaccinale: è necessario un timbro dall’Assl che attesi l’appuntamento con la siringa. La mamma si presenta quindi nel poliambulatorio di Sorso, dove riceve la prima doccia fredda. «Mi sono sentita rispondere che non era possibile né timbrare né rilasciare alcun certificato di avvenuta prenotazione», racconta la donna, che da quel momento in poi viene rimpallata tra la scuola e il poliambulatorio. La cosa si risolve col dirigente scolastico che comprende la situazione e decide di ammettere la bambina con riserva. Trascorre qualche giorno e la soluzione definitiva sembra a portata di mano: la scuola informa la famiglia che da Sorso è possibile ottenere il certificato con la prenotazione del vaccino. Nel frattempo la data dell’iniezione si avvicina. E l’impasse iniziale sembra soltanto un brutto ricordo. Ma due giorni prima dell’appuntamento, il 10 aprile, la donna viene contattata dal poliambulatorio di Sorso: il medico non è disponibile e quindi c’è da posticipare il vaccino.

«Non volevo crederci – racconta ancora la mamma – avevo preso appositamente un giorno di permesso dal lavoro. Ho quindi chiesto se ci fosse la possibilità fare il vaccino a Sassari, mi hanno risposto che avrei potuto farlo presentando il libretto». Non resta che rimediare un appuntamento nell’ambulatorio di Sassari. La caposala le ricava uno spiraglio di gioia alle 11.30: la missione impossibile sembra compiuta. Ma l’euforia dura un attimo. «Mi ha detto che il libretto delle vaccinazioni non è un documento ufficiale ma solo un promemoria – riprende la mamma – e che avrei avuto bisogno di un certificato con le vaccinazioni finora effettuate». Sarà sufficiente ritornare al poliambulatorio sorsense? Purtroppo no. «Corro a Sorso – dice la donna – l’ufficio è chiuso e al telefono non risponde nessuno». Risultato: l’appuntamento per il vaccino va a vuoto, la mamma perde un giorno di permesso e la bambina non avrà il vaccino ancora per un po’. A quel punto la mamma sconsolata scrive alla Assl. Il dirigente gli manda le scuse formali e una giustificazione per il disservizio: il poliambulatorio di Sorso è nel caos dall’indomani dell’inchiesta della Procura per assenteismo. C’è emergenza e l’offerta al pubblico è ristretta all’osso.

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